AUDIZIONE GRANO: ASSOCIAZIONI FANNO MELINA SU CUN

L’8 giugno scorso sono intervenute in Audizione alla Commissione Agricoltura del Senato diverse associazioni di categoria: Agrinsieme, Coldiretti, UNCI Agroalimentare, UECOOP e ANPA. Tranne quest’ultima, le altre non sembrano facilitare il percorso per la costituzione della Commissione unica nazionale (CUN).

Nei giorni scorsi sono attraccate nei porti pugliesi navi cariche di grani esteri (come riportato da Granosalus), una delle quali proveniente da Panama dove tutto si coltiva tranne che il grano. Nel frattempo, i prezzi del grano italiano crollano a pochi giorni dalla trebbiatura. 

È evidente che, come ogni anno, si sfrutta la leva dell’import-export per drogare il mercato nazionale. 

Un mercato distorto e viziato in cui a perderci sono i produttori e i consumatori, mentre gli industriali si avvantaggiano della depressione dei prezzi. 

Ora, di fronte a tutto questo che cosa fanno le organizzazioni di categoria? 

L’audizione in Senato

Diverse di loro sono intervenute l’8 giugno in audizione (di cui pubblichiamo il video integrale) alla Commissione Agricoltura del Senato. L’occasione era dell’Affare assegnato sui problemi di mercato e tossicologici della filiera del grano duro. Purtroppo, però è evidente che i lavori per rendere operativa la Commissione unica nazionale (CUN) vanno a rilento. A parole le associazioni si dicono favorevoli a interventi, norme, contratti e istituzioni che riequilibrino il rapporto tra i produttori e gli altri attori del comparto, ma poi di fatto ritardano l’avvio della CUN, pensata proprio per garantire la trasparenza e l’equità.

Audizione dell’8 giugno alla IX Commissione Agricoltura del Senato

La speculazione continua, e lo dimostra il fatto che se l’anno scorso il grano biologico quotava 40 euro a quintale, quest’anno arriva a malapena a 28 euro. Le semole, al contrario, hanno visto un incremento di due euro. 

Da queste cifre è evidente chi si avvantaggia delle oscillazioni dei prezzi, favorite anche dall’immissione di grani esteri di incerta provenienza e di ancor più incerta qualità e salubrità. 

Eppure notiamo una generale ritrosia, con qualche eccezione, delle associazioni a rendere davvero efficace lo strumento della CUN. La CUN è l’unica che possa dare stabilità al meccanismo di formazione dei prezzi. Alcune hanno dichiarato di non volere che il grano sia considerato una commodity come le altre, ma intanto non si muovono realmente in questa direzione. 

Perché la CUN

Granosalus crede invece che sia fondamentale accelerare l’iter di costituzione della CUN. La Commissione unica nazionale è l’unico strumento in grado di garantire trasparenza ed equilibrio nella formazione dei prezzi.

Inoltre, la sua sede deve essere Foggia, perché è lì che si trova la maggiore produzione di grano. 

Ancora, deve avere un unico listino nazionale e non tre, come cerca di far passare qualcuno. Infine, deve poter prevedere una quotazione specifica per il grano biologico, seguendo l’orientamento giuridico e politico nazionale ed europeo. Il bio rappresenta l’eccellenza nel campo del grano, dunque non si vede perché non debba avere una sua griglia e una sua quotazione: un criterio di qualità già seguito da tanti paesi stranieri.

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