Dal 25 novembre ad oggi, sono arrivate nel porto di Bari tre navi dalla Francia e dal Canada. Il carico di grano duro straniero ammonta a oltre un milione di quintali. Destinatari della merce, i pugliesi Casillo e Agri Viesti e la multinazionale olandese Glencore.
Il porto di Bari continua a essere meta di arrivi massicci di navi straniere cariche di grano. Tra il 25 novembre e il 16 dicembre sono giunte nel capoluogo pugliese tre imbarcazioni provenienti dal porto francese di La Pallice e da quelli canadesi di Port Cartier e Vancouver.
La merce di una delle navi, destinata ad Agri Viesti, è stata sdoganata a Gibilterra. Il resto è destinato al gruppo Casillo di cui in passato abbiamo testato le semole. Il carico complessivo è di circa un milione di quintali.
Il nome della prima nave che ha finito di scaricare a Bari è “BAKU”, un cargo battente bandiera turca e proveniente dal porto di LA PALLICE in FRANCIA, IMO: 8811390, con un carico di 163mila quintali di grano destinato alla società CASILLO COMMODITIES ITALIA SPA.
La seconda nave ormeggiata al porto pugliese è la “INTERLINK ACTIVITY”, una Bulk Carrier battente bandiera delle Isole Marshall e proveniente dal porto di PORT CARTIER in CANADA, IMO: 9721413, con un carico di 360mila quintali di grano duro, destinato alla società AGRI VIESTI S.r.l. La nave ha fatto tappa a Gibilterra, dove ne è stata sdoganata la merce.
La terza nave presente a Bari, arrivata due giorni fa, è la “GOYA”, una Bulk Carrier battente bandiera norvegese e proveniente dal porto di VANCOUVER in CANADA, IMO: 9389825, con un carico di 570mila quintali di grano duro, destinato a CASILLO COMMODITIES ITALIA SPA e alla multinazionale olandese, presente anche in Italia, GLENCORE.
Da questi nuovi arrivi è evidente che vi sono ancora grosse falle nel sistema dei controlli per verificare la qualità e la salubrità dei grani presenti sulle imbarcazioni estere.
La Ministra Bellanova, che ha partecipato al Consiglio Agricoltura e Pesca dell’UE e che ha tanto a cuore in tema di etichettature uno schema UE armonizzato, dovrebbe piuttosto pensare a tutelare l’agricoltura italiana, i produttori cerealicoli e la salute dei cittadini.