Il mercato italiano continua a penalizzare i prezzi del grano duro e, nonostante le misure di contrasto alla crisi siano ben note (Cun effettiva e Registro telematico), il Governo continua a fare melina lasciando così spazio libero a fenomeni fortemente speculativi agevolati da congiunture internazionali. Interrogazione alla Camera dei Deputati dell’On Lorenzo Cesa (UDC)
Che il grano duro sia una coltivazione strategica per il nostro Paese è cosa nota sia ai produttori che ai consumatori, sempre più desiderosi di avere certezze sulla salubrità. Lo è un pò meno per il governo che appare da tempo appiattito sulle posizioni degli industriali, notoriamente refrattari ad introdurre processi di trasparenza nel mercato sui volumi di produzione nazionale (mediante il registro telematico) e sui prezzi all’origine (mediante la Commissione prezzi unica nazionale-Cun, che continua ad essere sperimentale invece che effettiva).
Le responsabilità riguardano pure le organizzazioni sindacali che su questi temi dirimenti per far uscire il settore da una crisi incancrenita dall’inerzia e aggravata dallo scenario internazionale, appaiono molto silenti.
Prezzi della materia prima e leva import-export
I dati sulle importazioni di grano duro dal Canada ci dicono che siamo di fronte ad un aumento significativo dell’import, spesso usato come leva strategica per condizionare i prezzi di un prodotto nazionale di qualità unico al mondo, con merce di dubbia qualità.
Lo scenario rischia di peggiorare ulteriormente a causa dei dazi di Trump contro il Canada, che potrebbe ridurre gli acquisti di grano canadese da parte degli Usa, spingendo ulteriori quantitativi verso il mercato europeo.
Il problema si aggrava soprattutto se si considera che a livello nazionale abbiamo subito un calo produttivo molto forte a causa della siccità e dell’aumento dei costi, mentre le scorte europee stanno diminuendo.
Questo cosa implica? Un circolo vizioso per cui ci si rivolge alla materia prima proveniente dall’estero, in particolare dal Canada, che costa di meno ma ha più residui contaminanti.
Per tale motivo sarebbe necessario sollecitare misure più stringenti al fine di garantire la qualità e la salubrità del prodotto importato.
Grano e speculazioni. Interrogazione di Cesa (Udc)
La politica non può più voltarsi dall’altra parte. Finalmente una forza politica come l’UDC, che si ispira molto alla dottrina sociale della Chiesa, dimostrando così sensibilità sociale, ha preso a cuore il tema dei prezzi poco trasparenti al fine di non mortificare un settore strategico per il comparto agricolo che sostiene in vita molte comunità rurali del mezzogiorno e garantisce prodotti finiti (pane e pasta) più salubri ai nostri consumatori.
L’ On Cesa ha presentato oggi una interrogazione al ministro Lollobrigida per sapere:
quali iniziative di competenza urgenti intenda adottare il Ministro interrogato per contrastare la speculazione nel mercato del grano, che incide sui prezzi di pane e pasta, in un contesto di crisi economica e inflazione galoppante;
se non ritenga prioritario adottare iniziative di competenza volte a rendere pienamente operativa la Commissione unica nazionale per i prezzi del grano, abolendo nel contempo le rilevazioni delle borse merci locali, ormai ritenute inaffidabili e obsolete;
se sia previsto un piano straordinario per sostenere gli agricoltori italiani, garantendo loro prezzi equi e promuovendo la trasparenza nella filiera del grano duro.
Link dell’ Interrogazione (qui)