Le lobby del glifosato di nuovo all’attacco per far rinnovare per altri cinque anni l’autorizzazione europea all’uso del diserbante. In Italia esiste una mozione approvata a larghissima maggioranza dal Senato che impegna il governo a bloccarne l’utilizzo. Leggi l’articolo per saperne di più.
A dicembre scade autorizzazione a glifosato
Il 15 dicembre di quest’anno scadrà l’autorizzazione di cinque anni data dall’Unione europea all’utilizzo del glifosato come diserbante in agricoltura. E già sono in corso le grandi manovre da parte delle industrie per far sì che l’Europa rinnovi l’autorizzazione.
Il fatto paradossale è che, a oggi, questa decisione vitale per la salute dei cittadini e dell’ambiente si poggia su studi assolutamente di parte, condotti perlopiù dalle stesse aziende agrochimiche, come riportato dall’inserto del manifesto L’ExtraTerrestre nell’articolo dal titolo “Europa al glifosato”.
Le lobby agrochimiche
Come si legge nell’articolo, “nel 2019 un gruppo di aziende agrochimiche denominato Gruppo per il rinnovo del glifosato (GRG) ha formalmente fatto domanda di rinnovo, allegando un dossier volto a dimostrare che il principio attivo non è nocivo all’ambiente e alla salute umana”.
D’accordo, si dirà, non c’è da preoccuparsi visto che gli organismi dell’UE non si faranno di certo condizionare da interessi di parte. Sbagliato.
Nel 2017, infatti, l’EFSA ha usato i documenti e i dati elaborati dalla Monsanto (!) per arrivare alla conclusione che “il glifosato non è cancerogeno né genotossico”. Proprio sulla base di quel rapporto l’UE aveva dato il via libera all’utilizzo del diserbante per 15 anni, poi ridotti a cinque.
I rischi per la salute
Tutto questo nonostante il fatto che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) già nel 2015 avesse definito il glifosato “probabilmente cancerogeno”. In base a questa conclusione, si sarebbe dovuto adottare il principio di precauzione espressamente previsto dalle normative europee. Ma evidentemente gli interessi sono troppo forti.
A ribadire la pericolosità di questa sostanza sono stati, durante l’audizione in Commissione Agricoltura del Senato del giugno 2021, diversi scienziati, come da noi prontamente riportato.
Non solo. Nel 2018 Granosalus ha condotto analisi di laboratorio indipendenti per dimostrare la presenza di residui di glifosato in molti marchi di pasta italiana.
I dossier al vaglio dell’UE
Oggi scopriamo invece che la Commissione europea ha nominato un Gruppo di valutazione costituito da quattro Stati membri (Francia, Ungheria, Svezia, Paesi Bassi) per una valutazione finale su questo tema. Questo gruppo nel giugno del 2021 “ha presentato il suo rapporto lungo 11mila pagine all’EFSA e all’ECHA. In questo rapporto vengono riproposti, appunto, gli studi delle aziende agrochimiche. Le consultazioni dei due organismi si sono concluse a novembre 2021, dopodiché esse provvederanno a esprimersi sulla valutazione del pericolo.
Tutto questo, ovviamente, ha dell’assurdo: le maggiori agenzie europee incaricate di valutare i rischi per la salute si basano fondamentalmente sulle valutazioni delle industrie su cui dovrebbero vigilare.
Tuttavia, esistono anche autorevoli istituti di ricerca indipendenti che potrebbero dare il loro prezioso contributo in questa decisione così fondamentale. Tra questi, l’Istituto Ramazzini della dottoressa Fiorella Belpoggi, che ha ampiamente dimostrato come il glifosato sia un pericoloso “interferente endocrino”, anche a dosi considerate “sicure”, e come possa innescare “mutazioni che portano all’insorgenza di tumori”.
La mozione approvata in Senato
Proprio per questo motivo nel marzo del 2019 il Senato ha approvato all’unanimità (con la sola eccezione della senatrice Cattaneo) una mozione di iniziativa del senatore Saverio De Bonis che impegna il governo a limitare fino ad abolire l’utilizzo del glifosato e ad adottare in sede europea tutte le iniziative per fare altrettanto anche in sede comunitaria.
È tempo quindi che il governo Draghi assuma una posizione decisa su questo fronte, in sede europea innanzitutto, e difenda la salute dei cittadini e dell’ambiente nel solco del Green deal europeo.
Vi terremo aggiornati!