Grano australiano al porto di Bari…anche a Feriae Augusti

Al porto di Bari a ferragosto è arrivata una nave di grano duro australiano, praticamente dagli antipodi. Alla faccia della sostenibilità ambientale professata nei convegni dagli industriali. Il carico, secondo fonti attendibili, è pari a 430 mila quintali destinato ai molini Casillo di Corato. Nessuna informazione sulla categoria qualitativa. Del resto, il controllo analitico dell’ Ufficio di Sanità Marittima (Usmaf) è impensabile a ferragosto. Pure il Ministro è in ferie…con buona pace della sicurezza alimentare. Ognuna di queste navi toglie lavoro ad almeno 300 aziende agricole italiane, mentre anche il ministro Martina è in ferie insieme a coldiretti

Proseguono gli sbarchi di grano straniero nei porti pugliesi. Questa volta però la nave arriva dall’ Australia….il giorno di ferragosto! Proprio quando, caso strano, ricorre una festività di origine antichissima (nella Roma imperiale era denominata Feriae Augusti) in occasione della quale tutti sono in ferie e i controlli sono praticamente impossibili. E’ casuale l’arrivo a ferragosto? O serve ad eludere i controlli? E in assenza di controlli è legittimo dubitare della qualità del grano importato?

Da diversi giorni centinaia di autotreni si affrettano a scaricare la MERCURY SKY una Bulk Carrier IMO 9796949 MMSI 563020500 costruita nel 2017, battente bandiera Singapore(SG) con una stazza lorda di 34605 ton, summer DWT 61569 ton. Il carico di grano è di 430 mila quintali, paragonabile ad una produzione di oltre 14 mila ettari! In Italia lavorerebbero circa 300 aziende agricole…insieme a tutto l’ indotto. Con una differenza sostanziale sotto il profilo della salubrità e della qualità tossicologica: i nostri grani al Sud non sono contaminati! Ma sia Lorenzin che Martina fanno finta di non saperlo.

La nave australiana è partita da Geelong (AU) il 25 giugno alle ore 03:23 ed è arrivata a Bari il 15 agosto alle ore 17:36, dopo cinquanta giorni di navigazione in mare. Il grano presente nelle cinque stive  è diretto ai silos degli stabilimenti pugliesi, in particolare a Corato (Ba), e lucani, in particolare a Matera, dove verrà praticamente miscelato con grano italiano per essere poi trasformato in semola al fine di produrre la famosa pasta italiana.

Fonti certe ci riferiscono che le operazioni di scarico sono iniziate subito dopo qualche giorno, senza che siano state effettuate le analisi da parte degli Uffici periferici del Ministero della Salute. E’ bastato un semplice controllo documentale, dopodiché il carico è stato subito sdoganato. La procedura, come sappiamo, prevede un controllo materiale solo sul 5% delle navi, nonostante i divieti sul glifosate – relativi al grano in pre raccolta – imporrebbero un piano di controllo cautelativo su tutte le navi di provenienza extra-Ue, al fine di verificare il rispetto della nostra normativa.

Ma la Lorenzin, purtroppo, è in ferie…(sul grano lo è almeno da un anno!) e non può dare disposizioni sui controlli cautelativi. Il principio di precauzione, cui è informato tutto il diritto comunitario, dovrebbe essere un principio guida del nostro Ministro, ma il condizionale in Italia è d’obbligo…Da un anno esiste un divieto d’uso su questo erbicida che la Lorenzin non fa rispettare nei nostri porti…Il ministero è stato velocissimo nel recepire il divieto comunitario, ma lo ha fatto solo sulla carta. Di fatto, controlli sul glifosate zero! Ed è per questo che poi i residui li troviamo “legalmente” nel nostro piatto nazionale: la pasta! Una volta, quando la pasta si faceva solo con grano locale i residui erano assenti.

Un Ministro attento alla Salute degli italiani, invece di essere in ferie, dovrebbe precipitarsi al porto di Bari prelevare i campioni di grano, farli analizzare dall’ Istituto Superiore di Sanità e pubblicarli su un portale pubblico per rassicurare i consumatori italiani.

BEATRICE LORENZIN, Ministro in ferie…da sempre!

Un Ministro attento alla Salute, inoltre, si dovrebbe porre alcune domande. E per correttezza istituzionale, dovrebbe farlo insieme al Ministro Martina, che pensa più al riso che al grano.

Quanto costa alle industrie italiane approvvigionarsi dall’ altra parte del mondo? Un grano che arriva dagli antipodi dopo cinquanta giorni di navigazione ha senso rispetto al nostro che invece è a chilometro zero ed è pure più salubre? Se solo pensassimo ai giorni di navigazione e ai costi economici e ambientali (consumo di carburante e immissione di Co2), emergerebbe in tutta la sua interezza il paradosso italiano che spinge le nostre industrie a non valorizzare nè il nostro grano nè la nostra economia, in maniera sostenibile! Con inevitabili effetti negativi per la salute…

Le stesse industrie molitorie e pastaie si prodigano però ad organizzare convegni sulla sostenibilità ambientale:  “Sostenibilità e certificazione ambientale. Un’opportunità per l’Industria Molitoria” oppure “Sostenibilità della pasta e impatto ambientale”

Come si fa a credere alle loro favole se negli studi che commissionano dimenticano le emissioni in atmosfera delle navi transoceaniche?

Lo stesso gruppo Casillo, destinatario del carico, che fornisce le semole a Barilla, professa la sostenibilità ambientale e pure quella sociale come un CREDO! Guardate il video di TGNorba24…

Sia chiaro il grano australiano tendenzialmente è un grano di qualità, non è paragonabile al canadese di terza categoria, ma non essendoci informazioni certe sulla categoria qualitativa e, soprattutto, non essendoci stati controlli analitici, è lecito dubitare anche sulla qualità del grano importato fatto arrivare a ferragosto dal gruppo Casillo…E’ davvero grano australiano? Del resto, chi può escludere che si tratti di una triangolazione? Perchè i nostri dubbi sono legittimi?

Il gruppo Casillo è noto per aver affrontato negli anni diversi casi di sequestro giudiziario di navi di grano contaminato:

  1. Grano cangerogeno, arrestato Casillo – Sole24ore 10 gennaio 2006;
  2. Che fine ha fatto il grano contaminato del 2016? – Granosalus 20 marzo 2017

Speravamo che almeno la Coldiretti non fosse in ferie…ma a quanto pare sono in barca anche loro. Per le manifestazioni di folclore c’è tempo!

La nave australiana carica di grano destinato ai molini Casillo, principale fornitore di semole x Barilla


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