GranoSalus su La7: “Non faremo sconti a nessuno su DON, Glifosate e tracciabilità”

Dopo la trasmissione di ieri sera in cui La7 ha intervistato la nostra associazione illustrando anche l’Ordinanza Tribunale Roma, abbiamo appreso del cambio di rotta (dubbio) di Divella. GranoSalus terrà alta l’attenzione, specie dopo la denuncia presentata ai NAS sulla violazione del divieto d’uso del glifosate. Nel frattempo alla Regione Puglia è stato chiesto un Tavolo per far rispettare i divieti comunitari e nazionali. Necessaria una rigorosa tracciabilità delle produzioni reali a carattere locale. Se non altro per capire: di che grano è fatta la nostra pasta?

La nostra associazione non farà sconti a nessuno. Dopo aver trovato a febbraio 2017 due marche di pasta, tra cui Divella e La Molisana, non idonee al consumo dei bambini di età inferiore ai tre anni, la nostra associazione manterrà alta la guardia dei controlli.

Del resto, i controlli ai porti abbiamo visto che sono lacunosi. Se l’USMAF non li effettua, Divella, sulla stampa, si preoccupa di tutelarne comunque il ruolo. Se i controlli li effettua la Procura, i carichi delle navi vengono puntualmente dissequestrati, come dimostra il seguente video.

Il secondo esame sulle 50 tonnellate di prodotto, effettuato dal consulente tecnico d’ufficio, non ha rilevato valori oltre i limiti di leggePerché i campioni del riesame non sono stati portati all’ Istituto Superiore di Sanità?

Concordiamo con Divella che in Canada i controlli sono talmente rigidi che loro alimentano gli animali con un tenore di DON inferiore a 1000 ppb e quando il quantitativo è superiore sino ad arrivare a 3000-4000 ppb lo inviano direttamente in Italia (o triangolando dalla Grecia) dove i controlli sono documentali (come è successo all’ultima nave sequestrata) e solo talvolta analitici.

Noi non siamo la Coldiretti, che fa finta di fare #laguerradelgrano. GranoSalus è l’unica associazione oggi presente in Italia che ha dimostrato a Divella, Barilla, De Cecco, Garofalo e La Molisana quanto siano vere le nostre analisi in Tribunale. Se Italmopa mostra soddisfazione per l’esito delle controanalisi sul grano, ci meraviglia che le stesse controanalisi non le abbia richieste sulla pasta contaminata.

La pasta italiana è sicuramente la migliore al mondo, ma gli industriali semolieri e pastai ci dicano da dove arrivano i contaminanti trovati nella pasta. Gli italiani vogliono condirla da soli senza l’ aiuto delle industrie e, soprattutto, senza le sostanze potenzialmente pericolose che ci fanno trovare dentro i pacchi di pasta utilizzando da moltissimi anni materie prime estere scadenti e a basso prezzo. Così è facile far credere all’opinione pubblica che il grano italiano sia insufficiente sotto il profilo quantitativo e qualitativo.

La verità è un’altra. Le nostre industrie hanno sempre nascosto che ad essere scadente è la qualità del grano estero. L’ Agenzia delle Dogane ha dichiarato che nel 2016 a Bari il 66% del grano duro estero è arrivato dal Canada. Nel 2016 sono arrivate 739 mila tonnellate pari a circa 12 navi, una nave al mese. Il 63% del grano canadese è stato dichiarato di bassa qualità (3°, 4°e 5° categoria).

Se i numeri sono questi, cosa costa all’ USMAF controllare queste navi? Dove va a finire tutto questo grano canadese scadente, se Divella, che è il più grande pastificio del Sud Italia, dice di non usare più?

A questo punto, non è forse il caso di controllare attraverso la tracciabilità il percorso di questi grani? Rispondono al vero le produzioni dichiarate in Puglia e Basilicata? A tutela dei consumatori vogliamo cominciare a controllare la tracciabilità e, dunque, le produzioni effettive degli agricoltori locali? Per evitare la moltiplicazioni dei pani e dei pesci!

Ieri sera nel programma de LA7 abbiamo appreso che dal 2016 Divella non compra più grano canadese e che si approvvigiona dall’ Australia e dal deserto dell’ Arizona. Aree calde in cui non si sviluppano né muffe, come nel Sud Italia, né c’è bisogno di utilizzare il glifosate, che i cerealicoltori in Italia non usano al momento del raccolto.

C’è però una bella differenza dall’ Italia: il prezzo.

Egr Cavalier Divella come mai non dite all’ opinione pubblica italiana quanto costano quei due grani esteri di qualità (1° e 2° categoria)?  A noi sembra che costino il doppio di quanto pagate il nostro grano a Bari o a Foggia. Come mai allora la merce buona estera siete disposti a pagarla anticipatamente e quella nazionale – addirittura di qualità superiore – la deprezzate ingiustamente o la vincolate a contratti di filiera capestro?

Noi non faremo sconti a nessuno e procederemo a ricontrollare la pasta dopo le promesse che abbiamo ascoltato in televisione. La tutela dei consumatori è al primo posto.

Nel frattempo, diversamente da Coldiretti, abbiamo già denunciato ai NAS di Bari e all’ ASL che nel grano, e di conseguenza nella pasta, il glifosate deve essere assente, così come prevedono i divieti comunitari e nazionali che gli industriali italiani non stanno rispettando da agosto 2016.

Siamo in Europa oppure no? Perché i divieti imposti dall’ Europa non li rispettate? Il regolamento di esecuzione (UE) 1313/2016 della Commissione e il Decreto Dirigenziale del Ministero della Salute, che lo ha recepito nel rispetto del principio di precauzione in data 9.8.2016, prevedono che il glifosate nel grano non deve esserci. Noi, però, a febbraio 2017 lo abbiamo trovato, anche nella pasta del Cavalier Divella. Come mai?

Stamattina finalmente apprendiamo dalla Gazzetta del Mezzogiorno che il consigliere regionale Stea (AP) ha chiesto “l’attivazione immediata di un Tavolo di lavoro all’ Assessorato all’ Agricoltura della Regione Puglia affinché si metta nero su bianco una strategia per il ripristino e il rispetto della legge“. La nota prosegue: “L’utilizzo del diserbante in Italia è permesso solo in fase di presemina, mentre è vietato durante la pre raccolta, quando in sintesi entra in diretto contatto con il prodotto. Esattamente il contrario di quanto avviene in Canada“.

A breve faremo altre analisi sulla pasta, sulla semola e sulla semola rimacinata e vedremo se il glifosate sarà assente oppure no.

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