Spaghetti al Don: il test conferma la presenza anche nelle paste 100% grano italiano

 

Dall’ultimo test condotto da Granosalus su 10 campioni di spaghetti, è emersa la presenza diffusa, sia pur in concentrazioni sotto i limiti di legge, della micotossina DON (o deossinivalenolo). Sia nelle linee che dichiarano di utilizzare 100% grano italiano sia nelle linee normali, la media del DON non si discosta molto. Il DON può essere un utile marcatore nel piano straordinario di controlli annunciato dal governo, anche ai fini dell’erogazione di contributi pubblici alle filiere 100% grano italiano.

Il test commissionato da GranoSalus è stato effettuato in un laboratorio accreditato per il DON al fine di verificarne la presenza nella pasta. La produzione di pasta analizzata è del 2023 mentre il grano utilizzato, per almeno otto campioni, proviene dall’annata 2022; quest’ultima notoriamente siccitosa, in cui la fusariosi dovrebbe essere assente dai nostri areali di produzione. Infatti, il DON compare nella catena alimentare a seguito dell’infezione da muffe del grano prima del raccolto. Si tratta di composti tossici prodotti naturalmente da differenti generi di funghi (Fusarium ed altri). Le condizioni ottimali per la tossinogenesi sono costituite da temperature medio-basse ed elevati livelli di umidità ambientale.

DON quasi sempre assente negli areali seccagni del Sud

Nelle zone meridionali i livelli di DON sono sempre pressoché trascurabili. La conferma è arrivata dallo studio Micocer, uno dei primi progetti del Mipaaf (2006-2008) di “Valutazione e controllo della contaminazione da micotossine nelle produzioni cerealicole nazionali”. Dal monitoraggio delle produzioni nazionali di frumento duro di quel triennio è emerso che dai campi dislocati nel Sud/Isole, “i valori di DON in quest’ultimo areale sono pressoché trascurabili”.

Anche gli studi realizzati negli anni successivi sono giunte alle stesse conclusioni. I risultati del progetto del ministero “Rete Qualità Cereali Plus”, relativi al biennio 2015-2016, hanno individuato la presenza di DON anche nel grano duro italiano, ma con un’ incidenza percentuale di campioni positivi elevata al Nord (quasi al 100%) e pressocchè nulla al Sud e nelle Isole (come si evince dalle colonne blu del grafico).

 

Alcuni studi (Nowicki et al.1988)  hanno determinato i livelli di DON nelle frazioni di macinazione e nella pasta da grano duro gravemente infetto. Hanno scoperto che la concentrazione di DON nella semola corrisponde a circa l’80% di quella del grano pulito e tale concentrazione si riduce ulteriormente del 50% dopo la cottura.

Il grano del Sud ha le stesse caratteristiche sanitarie del Desert Durum®

Il grano duro per produrre pasta, più apprezzato al mondo, non è prodotto in Italia ma negli Stati Uniti (Arizona e California). La ragione risiede nelle condizioni pedoclimatiche del deserto dove il grano viene coltivato. Ecco perchè la gran parte della produzione di Desert Durum® viene acquistata dall’ Italia ancora prima che venga raccolta. Questo grano è il più pagato al mondo e viene quotato a parte rispetto alle Borse merci americane. Dal 30 al 40% in più del grano convenzionale.

I dati forniti dalla U.S. Weath Associates sulla qualità dei raccolti attestano che il grano duro statunitense prodotto nel 2022 ha un livello di DON inferiore a 0,5 ppm (500 ppb) per la varietà Northern Durum che viene coltivata principalmente nella parte settentrionale degli Stati Uniti (Montana e Nord Dakota), mentre il Desert Durum® che viene coltivato nel deserto sud-occidentale (Arizona e California) non presenta nessuna traccia di DON, alla stregua del grano del Sud Italia anch’esso coltivato sotto il 45parallelo. 

L’ origine del grano ha dunque influenza sulla qualità sanitaria della semola e della pasta

I vertici Italmopa in un comunicato stampa diramato il 24 ottobre scorso in occasione dell’ ultimo World Pasta Day sostengono invece il contrario. Noi insistiamo nel ribadire che l’origine del grano abbia la sua influenza sulle caratteristiche igienico-sanitarie del grano duro. 

Comunicare ai consumatori in modo chiaro, trasparente e veritiero, la qualità sanitaria di un prodotto immesso sul mercato, significa rispettare il loro “diritto alla conoscenza” e il corrispondente “diritto alla scelta”, specie quando si tratta di alimentare una categoria vulnerabile come i bambini.

Del resto, in passato anche i tribunali italiani hanno correttamente riconosciuto non solo la libertà d’informazione della nostra Associazione ma anche la salubrità del grano italiano sancendo che: “…è vero che le quantità di contaminanti rilevati nella pasta…non risultano superiori ai limiti di legge, ma è vero anche che la presenza di tali sostanze può legittimamente indurre gli analisti a dubitare della miscelazione del prodotto italiano con grani esteri, posto che nel territorio nazionale è tendenzialmente da escludere …”.

I limiti di DON per Adulti e Bambini 

“Gli studi sul DON sono ben consolidati e la sua presenza nella catena alimentare è da evitare per le sue implicazioni sulla salute e per gli effetti che ha sul sistema immunitario, gastro-intestinale, etc; tant’è che è una delle poche micotossine oggetto di regolamenti e normative di controllo e di limitazione sia a livello Europeo che mondiale”. (Prof. Ritieni Univ. di Napoli – Audizione in Senato)

I limiti massimi dell’Unione Europea per le Fusarium-tossine (deossinivalenolo, zearalenone e fumonisine B1 e B2) nei cereali e nei prodotti a base di cereali sono stati stabiliti dal regolamento ( CE) n. 1881/2006 della Commissione e successive modifiche del regolamento (CE) n. 1126/2007.

Tuttavia, in alcuni casi, come emerge da un recente studio avviato nel 2018, frutto di una collaborazione tra ISS, Molino Moras Company e Università della Tuscia, la fissazione del limite legale potrebbe non corrispondere a una condizione di sicurezza richiesta per prodotti alimentari specifici e gruppi di consumatori vulnerabili (come i bambini di età compresa tra 3 e 9,9 anni); nel caso dei bambini in questa fascia di età, a fronte di un rischio potenziale non interamente dimostrabile, potrebbe intervenire il ricorso al principio di precauzione.

Il valore di DON di accettabilità è calcolato su una media Europea di consumi in cui il secondo paese consumatore di pasta è la Germania con circa 7,4 kg/anno, contro i 23 kg/annui dell’italiano medio; benchè i consumi medi di pasta siano diminuiti di 3 kg in dieci anni, l’Italia è una popolazione maggiormente a rischio per le diverse abitudini alimentari preesistenti e di cui occorre tenere conto. Infatti il consumo medio di grano duro nella popolazione italiana è pari a circa 115 kg/annuo (comprendendo pane, pasta, snack, etc -Istituto Nazionale della Nutrizione).

Pertanto, i limiti legali di accettabilità del DON nella pasta secca di grano duro (pari a 750 ppb per la popolazione adulta) andrebbero adeguati al valore di 200 ppb previsto per i baby-food.

 

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Di seguito i risultati delle analisi commissionate da GranoSalus ad un laboratorio con certificazione Accredia, Ente designato dal governo italiano, che ne attesta la competenza e l’imparzialità al fine di verificare la conformità di un bene alle norme.

Il metodo (accreditato) utilizzato per le rilevazioni è il seguente: Estrazione solido liquido e analisi in Lc MS ms (cromatografia liquida massa massa).

Gli spaghetti analizzati nella linea 100% grano italiano comprendono i marchi: Barilla, Voiello, La Molisana, Riscossa, Granoro, Armando.

Gli spaghetti analizzati nella linea normale comprendono i marchi: Divella, De Cecco, Garofalo, Rummo.

Siamo in possesso di tutta la documentazione inerente le notizie divulgate.

Linea 100% grano italiano

Armando. Il lotto di spaghetti (L.31911) è stato prodotto nello stabilimento in data 10/07/2023,  acquistato nel supermercato Despar in data 07/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 368 ppb. Sul sito internet si legge che: “Le centinaia di agricoltori che hanno scelto il Progetto Armando vivono tra Puglia, Campania, Basilicata, Lazio, Umbria, Toscana, Molise, Abruzzo e Marche“. 

Granoro Dedicato. Il lotto di spaghetti (L.21RB5) è stato prodotto nello stabilimento in data 22/05/2023 (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 345 ppb. Sul sito internet si legge: “Per le nostre produzioni utilizziamo solo grano duro coltivato in Puglia, terra dell’antica tradizione cerealicola, dove si producono i migliori grani duri d’Italia. Un progetto di Filiera 100% Puglia che mira a valorizzare i prodotti agricoli coltivati in Puglia“. Anche la confezione attesta: “Solo grano di Puglia”.

La Molisana. Il lotto di spaghetti (L.3161MLZ2) è stato prodotto nello stabilimento in data 10/05/2023  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 330 ppb. Sul sito internet si legge che: “Da anni puntiamo alla ricerca di grano duro italiano di alta Qualità nelle regioni del Centro-Sud…Nel cuore del Tavoliere delle Puglie abbiamo un centro di deposito leader europeo per capacità di stoccaggio. Un impianto all’avanguardia dotato di evolute tecnologie nella conservazione e nel controllo del grano duro”. 

Riscossa. Il lotto di spaghetti (L.26422) è stato prodotto nello stabilimento in data 20/08/2022  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 261 ppb.  Sul sito internet non è specificata l’area regionale di provenienza del grano italiano. 

Barilla. Il lotto di spaghetti (I13015763) è stato prodotto nello stabilimento in data 01/02/2023  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 242 ppb. Sul sito internet non è specificata l’area regionale di provenienza del grano italiano. 

Voiello. Il lotto di spaghetti (I14264433x) è stato prodotto nello stabilimento in data 01/10/2022  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 236 ppb. Sul sito internet si legge che: “Per noi trovare il grano migliore è una ricerca senza sosta e di sostanza… Lo seminiamo nel sud Italia in zone vocate alla produzione di grano duro come Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e nel Beneventano e poi lo maciniamo ad Altamura”. 

Linea Normale (con miscela di grani italiani e stranieri)

Divella. Il lotto di spaghetti (L.25IV R1) è stato prodotto nello stabilimento in data 31/12/2022  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 556 ppb. 

Garofalo. Il lotto di spaghetti (L.3177 1A) è stato prodotto nello stabilimento in data 26/06/2023, acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 340 ppb.

Rummo. Il lotto di spaghetti (L.3 009IN) è stato prodotto nello stabilimento in data 09/01/2023  (con semole di grano raccolto nel 2022), acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 326 ppb. 

De Cecco. Il lotto di spaghetti (00123 215) è stato prodotto nello stabilimento in data 03/08/2023, acquistato nel supermercato Coop in data 06/10/2023 e spedito in laboratorio in data 16/10/2023. Dal Rapporto di Prova emesso in data 26/10/2023 si evince un contenuto di Deossinivalenolo (DON) pari a 186 ppb. 

Le medie dei residui di DON non sono marcatamente differenziate 

Analizzando il dato medio delle rispettive linee di pasta emerge che il livello di contaminazione è piuttosto uniforme, a significare che non c’è molta differenza (solo 55 ppb) tra il dato medio degli spaghetti che dichiarano di essere prodotti esclusivamente con grano italiano e quello degli spaghetti prodotti con semole derivanti da mix di grani italiani e stranieri.

La media delle linee 100% grano italiano è pari a 297 ppb di micotossine DON. 

La media delle linee normali è pari a 352 ppb di micotossine DON.

La presenza di un marker come il DON (o deossinivalenolo) apre, dunque, nuovi scenari per chi afferma di utilizzare esclusivamente grano italiano (della scorsa stagione 2022) e, in modo particolare, per chi afferma di utilizzare grano del Sud. E’ un marcatore utile da usare nei controlli pubblici.

Se la presenza di DON può essere giustificata nelle linee normali, che non nascondono l’approvvigionamento di grano estero e nelle etichette dichiarano Grano Ue/Non UE, nelle filiere che utilizzano grano 100% italiano (o meridionale) il discorso assume invece un contorno diverso.

I contratti di filiera, stipulati con aziende agricole del Sud che beneficiano di incentivi pubblici, non dovrebbero presentare residui di DON nella pasta – secondo le conclusioni dei Progetti “Micocer” e “Rete Qualità Cereali Plus” – a maggior ragione in annate siccitose come il 2022.

A distanza di anni i test di un’associazione privata come Granosalus confermano che quei marchi che dichiaravano l’origine italiana del grano al 100%, e che nei tribunali sono stati sconfitti dopo averci citato in giudizio per diffamazione (Ordinanza Tribunale RomaOrdinanza ReclamoOrdinanza Tribunale Trani), fanno risorgere gli stessi dubbi di allora.

Conclusioni

  1. La presenza di un marker come il DON (o deossinivalenolo) apre nuovi scenari per chi afferma di utilizzare esclusivamente grano italiano nelle confezioni di pasta. Il DON potrebbe essere un valido ausilio ai fini dei controlli.
  2. Nel caso della linea 100% grano italiano, a fronte di un’annata siccitosa, sarebbero molto forti i sospetti di miscelazione di grano italiano con grani stranieri, specie per quei produttori di pasta che nelle loro filiere dichiarano di approvvigionarsi esclusivamente di grano meridionale. Almeno due marchi sembrano recidivi.
  3. Tra i due gruppi di spaghetti le medie di DON non sono marcatamente differenziate. 
  4. Che possa eventualmente trattarsi di pubblicità ingannevole o altro tipo di violazione spetta alle autorità competenti stabilirlo.
  5. Secondo il principio di precauzione (art 7 del Reg.CE 178/2002), è imperativo promuovere sistemi produttivi volti a ridurre ai livelli più bassi possibili la presenza di contaminanti, al fine di ridurre al minimo il rischio associato all’accumulo e alla tossicità a lungo termine.
  6. Ad eccezione di De Cecco, che presenta un residuo di DON inferiore a 200 ppb, nessun tipo di pasta analizzata può essere somministrata ai bambini di età inferiore a tre anni.
  7. Una riduzione auspicabile dei limiti di DON non si configura come restrizione del libero scambio nell’area UE per il grano duro, ne per la pasta di cui siamo in Europa fra i maggiori produttori, ma come innalzamento dei livelli di sicurezza alimentare di cui il Governo Italiano è il primo custodes.

 

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