CERTIFICAZIONE: CI ODIANO MA CI COPIANO

Granosalus è stata l’unica associazione a dimostrare nei tribunali, con certificazione dei laboratori, che solo la pasta senza residui può fregiarsi di essere la più salubre. Auspichiamo che la Commissione unica nazionale, anche su impulso del nuovo Ministro Patuanelli e in continuità con la risoluzione dell’ On L’Abbate, possa adottare una griglia di qualità sulla materia prima a tutela dei produttori e dei consumatori.

Granosalus è stata l’unica associazione a dimostrare, con analisi certificate ACCREDIA, che solo la pasta senza residui può fregiarsi di essere la più salubre. 

La pasta è la regina della nostra dieta mediterranea che, nell’anno del Covid, si classifica come la migliore dieta al mondo.

Un importante studio cinese ha riscontrato nei malati da Coronavirus una compromissione dell’ambiente intestinale.

Don e Glifosate sono tra i più pericolosi nemici dell’intestino, come affermato da noi in tanti convegni ed articoli.

Affermazioni-verità, quelle di GranoSalus, avversate dai pastifici che ci facevano causa affinché quegli articoli fossero rimossi dalla rete e nascosti ai consumatori, che facevano, invece, tesoro della nostra certificazione.

L’azione di stimolo di quella campagna verso i consumatori e il mercato comincia a dare i suoi frutti.

All’epoca avremmo difficilmente immaginato che le aziende:

a) che si affannavano (rovinosamente per loro) a chiamarci dinanzi ai Tribunali di Roma e di Trani accusandoci di aver svelato ai consumatori la pericolosità tossicologica del grano utilizzato dalle industrie per produrre la pasta,

b) che difendevano la facoltà di usare grano estero,  

c) che definivano dette sostanze non pericolose (al contrario di quanto da noi affermato)

sarebbero presto corse a dichiarare di usare solo grano italiano e a certificare l’assenza di contaminanti nei loro prodotti.

Grano di importazione extra-Ue (in prevalenza canadese) quasi sempre arricchito da Don e Glifosate, spacciato finanche per pugliese!

Ricordiamo, come fosse ieri, le difficoltà che abbiamo dovuto sostenere per difenderci nei numerosi giudizi che tuttavia ci hanno visto vittoriosi, dimostrando quanto fosse disarmonico il sistema di valutazione della qualità tra i grani esteri e quelli nazionali. 

A tal proposito si auspica che la Commissione unica nazionale, anche su impulso del nuovo Ministro Patuanelli e in continuità con la risoluzione dell’ On L’Abbate (1), possa sanare questa disarmonia mediante l’adozione di una griglia comparativa della qualità reologica e tossicologica del grano.

Per il momento, notiamo con piacere che tutto d’un tratto i pastifici sono diventati amici della salute e degli agricoltori pugliesi tanto da scrivere sulle confezioni “grano 100% italiano” a più non posso. 

Addirittura, si va oltre! 

La pasta di filiera “Dedicato”, con grano 100% Puglia lanciata nel 2012 da Granoro, si arricchisce di una nuova certificazione per garantire ulteriore sicurezza alimentare ai consumatori: da oggi i prodotti a marchio Granoro “Dedicato” sarebbero certificati “Pesticide Free e Glyfosate Free”.

Nulla si certifica, invece, in merito all’assenza di Don! Come mai? Vale quanto riportato nel disciplinare della Regione Puglia?

In verità già allora Granosalus scoprì che quella pasta, proprio per la presenza di contaminanti, non solo non era 100% Puglia, ma addirittura si fregiava di un brand regionale e di una certificazione in maniera molto discutibile, senza averne probabilmente i requisiti.

Sicuramente le informazioni e le azioni di Granosalus a tutela dei consumatori sono state uno stimolo per cambiare rotta. E questa è una grande vittoria per la nostra associazione ma, soprattutto, per la salute dei cittadini.

Tuttavia, la nostra associazione continuerà a vigilare per il bene dei consumatori su tutti i marchi di pasta a prescindere dalle loro autocertificazioni.

Presto incaricheremo i laboratori di nostra fiducia per le analisi dei grani utilizzati in queste paste che oggi vogliono fregiarsi di queste certificazioni… VI FAREMO SAPERE!

  1. In Commissione Agricoltura della Camera nel 2016 sono state discusse congiuntamente quattro risoluzioni sollecitanti iniziative per la tutela del settore del grano duro . Al termine dell’esame (28 settembre 2016) sono state approvate due risoluzioni. La risoluzione C7-01045 L’Abbate (M5S) prevedeva che: al fine di differenziare e valorizzare il prodotto italiano all’origine, a predisporre una griglia di valutazione volta a definire classi di qualità, quale strumento in grado di differenziare le caratteristiche della granella, non solo sulla base dei parametri merceologici come il peso ettolitrico, l’umidità e il contenuto proteico, e reologici, quali le peculiarità del glutine, ma anche sulle base delle caratteristiche chimiche e microbiologiche intese come contenuto di: micotossine, residui di erbicidi quali il glifosato, pesticidi (molto utilizzati nella conservazione post-raccolta), metalli pesanti e radioattività.

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