Come fa a dire il Ministero della Salute che il grano estero è sicuro se non ci sono controlli analitici ai porti? Sappiamo tutti che solo il 5% a sondaggio è oggetto di controlli analitici. Il resto è solo un semplice controllo documentale. E come può Aidepi – l’ associazione dei pastai – improvvisarsi portavoce del ministero dopo che i tribunali hanno sconfessato il dogma della sicurezza legittimando il dubbio? La politica che non c’è… Se ne parla anche oggi su Repubblica.
L’ associazione dei pastai tenta di illudere gli italiani rassicurandoli sui controlli da parte del Ministero della Salute. Il made in Italy, secondo loro, non è un fatto di materie prime, ma di competenze e di come le stesse materie prime, anche straniere, vengono lavorate. Ma siamo proprio sicuri che le materie prime straniere siano salubri quanto quelle italiane? E i controlli? Vogliamo far credere agli italiani che esistono davvero?
Sull’ inesistenza dei controlli ufficiali analitici del Ministero della Salute o sull’ assenza di un piano di campionamento cautelativo ne abbiamo parlato più volte. Specie a proposito del glifosate, che è un contaminante diverso dalle micotossine.
Ma Aidepi giustamente fa finta di non saperlo. Eppure alla sua guida c’è
proprio Barilla! Nella sua pasta, e in quella di De Cecco, Divella, Garofalo e La Molisana, abbiamo trovato tracce di Glifosate, Don e Cadmio. Qui la competenza e il know-how conta ben poco. Sono le materie prime a far la differenza. Alla gente -cari industriali!- preme la tutela della salute e non le vostre miscele o i vostri traffici di grano dal Canada che il CETA (imposto) legittimerà ulteriormente.
Gli industriali, invece di essere soddisfatti dei dati sul grano estero diffusi dal ministero, dovrebbero rispondere sul glifosate: molecola vietata dagli ultimi regolamenti europei su cui permangono tutti i nostri dubbi e pure le nostre domande… inevase.
Perché l’ Italia elude i controlli ufficiali sul glifosate? Cosa risponde il Ministro?
Siamo quindi davvero di fronte ad una orchestra di fiati che a suon di baggianate vogliono scherzare con la salute degli italiani per mettere in sicurezza il proprio profitto o la propria rendita politica.
Nella banda musicale sono in tanti a utilizzare strumenti a fiato o a percussione.
Abbiamo la stampa specializzata, finanziata con generosi banner pubblicitari dalle industrie pastaie, che fa finta di niente e continua a raccontare quello che gli suggeriscono i pastai, anche in spregio al codice deontologico dei giornalisti. Che sono tenuti a raccontare la verità…e quando non lo fanno è nostro dovere smascherarli.
Le bufale del fattoalimentare smascherate dalle ordinanze dei tribunali
Il fatto alimentare, invece, continua a scrivere: “la narrazione proposta da quasi tutti i media ha fatto credere alla gente che il grano duro importato sia contaminato e anche di mediocre qualità. La realtà è leggermente diversa. Il grano duro importato non è contaminato e la qualità ottima, tanto che viene pagato almeno il 20% di più rispetto a quello nazionale”. Una bufala dietro l’altra.
Abbiamo Coldiretti che all’ improvviso dopo un religioso silenzio ha dichiarato attraverso il suo responsabile sicurezza:
“Che i campioni analizzati dal ministero della Salute siano conformi ci fa piacere se fosse stato il contrario il problema sarebbe stato gravissimo. Però lo stesso ministero della Salute, nel 2016, ha diffuso un rapporto sui fitofarmaci, nel quale si attestava che nel grano canadese il limite era tre volte superiore a quello stabilito in Italia“.
Quale limite? Perché Coldiretti ha paura di citare il glifosate? Eppure sa bene che
il ministero non l’ ha inserito nell’ elenco degli analiti da ricercare, sebbene ne abbia vietato l’uso! Del resto, proprio ieri, la Francia ha bandito questo pericoloso erbicida e deciso che il glifosato verrà completamente vietato in Francia entro il 2022. Ma in Italia Coldiretti non spinge affinché il Ministero lo faccia analizzare dagli uffici periferici dell’ USMAF…Perchè? C’è qualche accordo con Renzi?
Abbiamo il sindaco di Bari, De Caro, responsabile della salute dei cittadini, al quale la nostra associazione ha inviato una segnalazione e che se ne stà tranquillo, nonostante il traffico intasato sia dentro che fuori dal porto.
Abbiamo il governatore della Regione Puglia che ci aveva assicurato che “i politici non sono tutti uguali“. Lui, infatti, si preoccupa di andare in televisione da Myrta Merlino a criticare la leadership del m5s (forza di opposizione), senza guardare
né alle primarie fatte con l’xbox nel suo partito (vedi Sicilia) e, soprattutto, senza mai spendere una parola sui gravi fatti relativi al grano estero tossico che circola nella sua regione. Un tema, questo, che tocca la salute dei consumatori e che interessa concretamente ognuno di noi! Emiliano, se proprio vuole occuparsi di fatti che alla gente poco interessano, si occupi di Renzi e del ciclone che sta per abbattersi in Sicilia. Il governo del suo collega Crocetta si è occupato poco di grano e salute pubblica e adesso sarà chiamato a pagare il conto…elettorale! Un monito che vale anche per il governatore pugliese. Occhio a dar patente agli altri, si rischiano legnate al voto.
Da ex magistrato, prestato alla politica, farebbe bene a non trascurare quello che i suoi colleghi del Tribunale di Trani hanno sollevato riguardo all’ uso del marchio “Prodotti di Qualità Puglia“. Il marchio dovrebbe garantire la qualità e l’origine del prodotto. Dalle risultanze emerse in Tribunale ci sarebbero un po’ di dubbi…
Abbiamo il senatore Stefàno che aveva chiesto al Ministero di mettere il bavaglio politico alla nostra associazione per evitare che venissero fuori falle nel disciplinare da lui concepito o figuracce con l’ Ue. Dopo l’esito delle ordinanze dei Tribunali dovrebbe essere più cauto con i bavagli.
Abbiamo, dulcis in fundo, l’ assessore Di Gioia, che gioisce di fronte alla
crisi in atto nel settore senza riuscire ad introdurre un minimo di trasparenza nel mercato a favore dei consumatori e dei produttori. Eppure esiste una legge sulla trasparenza nei mercati agricoli, grazie ad un emendamento del m5s (opposizione). Esiste un decreto attuativo. Esiste una risoluzione approvata dal governo e proposta dal m5s, che introduce una griglia di qualità reologica e tossicologica. Ma non esiste un assessore capace di difendere gli interessi della regione più importante d’ Italia in tema di grano, semola, farina, pane e pasta, pur ricoprendo un importante ruolo guida degli assessori d’ Italia all’ alimentazione.
Ci sembra, dunque, che abbiano prodotto più risultati le forze di opposizione che quelle di governo.
Fare politica vuol dire occuparsi dei problemi della gente, dell’ alimentazione quotidiana, della salute sempre più precaria, delle aziende agricole. Insomma della polis. Il resto è solo fanfara…
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/26/news/la_guerra_del_grano_straniero_i_pastai_dai_test_nessuna_anomalia_ma_insorge_la_coldiretti-176527849/