Il fattoalimentare si ostina a nascondere la verità (scientifica) venuta a galla che oltre ad essere un antico, saggio e collaudato proverbio, adesso è acclarata anche dai tribunali. Il campionamento dei pacchi di pasta da parte di GranoSalus secondo i giudici è “il frutto di un attendibile lavoro di ricerca”. Non è, dunque, una fake news come continua a denunciare il (falso)alimentare per tentare di riposizionare (a pagamento) l’immagine un po’ ammaccata dei principali marchi di pasta italiana. Eppure la definiscono stampa specializzata…in bufale!
Sulla rivista on line del fattoalimentare di oggi è apparso un articolo di Roberto La Pira che parte alla larga attaccando Coldiretti per poi approdare a GranoSalus :
…”La notizia delle bandiere gialle alle prese con le navi cariche di grano duro contaminato da micotossine cancerogene, destinate a finire nei nostri piatti, è stata ripresa e amplificata a dismisura da giornali e tv che per abitudine non verificano i comunicati di Coldiretti, considerandoli alla stregua di un testo sacro. Queste sceneggiate hanno creato la psicosi delle micotossine tossiche che si formano nelle stive umide delle navi durante il lungo trasporto. La medesima storia è stata rilanciata da altre lobby come Granosalus per accusare grandi aziende come: Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro di importare grano duro contaminato. Salvo poi ridimensionare le accuse dopo le prime denunce per diffamazione“…
Il direttore della testata farebbe bene a leggere le ordinanze dei Tribunali di Roma e Trani che abbiamo pubblicato nei nostri post. I giudici hanno riconosciuto il diritto alla libera manifestazione del pensiero da parte della nostra associazione, l’indiscussa superiorità qualitativa del nostro grano duro rispetto a quello importato, la veridicità delle analisi mai contestate dalle controparti, la legittimità del dubbio in relazione alle attività di miscelazione tra grani nazionali e grani esteri finalizzate ad abbattere la carica di contaminanti. Dunque, nessuna diffamazione!
Test Granosalus: anche il Tribunale di Trani rigetta ricorso Granoro
Vorremmo ricordare al direttore della testata che le bufale della sua rivista rasentano il grottesco. Un giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione degli avvenimenti. Il rispetto della verità sostanziale dei fatti dovrebbe essere un obbligo inderogabile di un giornalista.
Inoltre la responsabilità del giornalista verso i cittadini-lettori prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Egli non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato.
Le evidenti campagne pubblicitarie sul sito del fattoalimentare dei brand di pasta giustificano la scarsa obiettività della rivista…
Un giornalista serio dovrebbe, invece, correggere tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, e pubblicare le ordinanze, in conformità con il dovere di rettifica nei modi stabiliti dalla legge, e favorire la possibilità di replica, non violando così, le regole basilari del codice di comportamento.
Diversamente, provvederemo a segnalare all’ Ordine nazionale dei giornalisti il comportamento irrituale.