Primo piano Presidente Mattarella

Grano duro/ Lettera di GranoSalus a Mattarella: “La UE distrugge l’agricoltura e la nostra salute”

Invece di bloccare l’importazione di grano duro avvelenato dal glifosato e dalle micotossine, l’Unione Europea vuole reintrodurre il Set aside, ovvero i premi per gli agricoltori che abbandoneranno i terreni. Bruxelles non fa gli interessi dell’agricoltura sana e, di fatto, agevola gli speculatori che fanno soldi con i grani tossici: grani che avvelenano gli ignari consumatori con pasta, pane, pizze, cus-cus. farine, semole, dolci e via continuando piene di sostanze che danneggiano la salute. Perché è necessario che il presidente della Repubblica Mattarella sappia come stanno le cose. (In fondo la risposta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella)

La speculazione a danno dei produttori di grano duro del Sud Italia. I grani avvelenati che oggi arrivano dall’estero, pieni di glifosato e micotossine. Veleni che finiscono sulle nostre tavole sotto forma di pasta, pane, pizze, cus-cus, farine, semole, dolci e via continuando. Prodotti che danneggiano – e questo è un fatto gravissimo – la salute dei bambini. L’aumento di malattie, anche gravi. le politiche sbagliate, se non criminali, dell’Unione Europea, che consente alle industrie di immettere sul mercato prodotti alimentari con percentuali di micotossine che vengono considerate pericolose anche per i porci!
C’è questo nella lettera che il presidente di GranoSalus, Saverio De Bonis, ha inviato al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutte le autorità del nostro Paese sui temi scottanti: perché non è più tollerabile che milioni di persone, nel silenzio generale, si alimentino con alimenti dannosi per la salute.

GranoSalus ha annunciato che, a partire dal prossimo anno, inizieranno le analisi sui derivati del grano, cioè sui prodotti finiti. Comunicando sulla rete i risultati. La gente, finalmente, comincerà a sapere che cosa c’è dentro gli alimenti, a prescindere da quello che sta scritto nelle etichette e dalle pubblicità, spesso ingannevoli, diffuse dai mezzi di informazione.

Siccome il problema è destinato a diventare sempre più scottante è bene che le autorità sappiano come stanno le cose. Nessuno, domani – quando potrebbero sorgere problemi – potrà dire che non sapeva.

GLI SLOGAN DELLA BARILLA – “Gentile Presidente Mattarella – leggiamo nella lettera di GranoSalus – abbiamo letto che nei giorni scorsi ha incontrato Guido Barilla, in qualità di presidente della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN), che Le ha presentato il 7° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione dal titolo Mangiare Meglio, Mangiare Meno, Mangiare Tutti che si è tenuto il 1° dicembre 2016, all’Università Bocconi di Milano. Abbiamo letto che Lei ha parlato degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite, costruire un modello di alimentazione rispettoso della salute delle persone e del Pianeta e riscoprire il valore del cibo oltre il gusto. E ancora, di temi quali fame e obesità, corretto utilizzo delle risorse naturali, spreco alimentare, diete sostenibili, impatto ambientale della produzione agricola, cambiamenti climatici”.

“Certamente condividiamo l’importanza di questi temi – prosegue la lettera – così come dello slogan: Mangiare Meglio. Mangiare Meno. Mangiare Tutti. Ci chiediamo però se siano questi i reali obiettivi dell’industria alimentare visto che poi quel che sta succedendo nel settore dell’industria molitoria e pastaia per quanto riguarda l’approvvigionamento della materia prima: il grano duro. Leggiamo nei comunicati che la Fondazione BCFN ha presentato, durante il convegno milanese, il Food Sustainability Media Award, un premio per chi meglio saprà rappresentare – tramite parole, foto e video – i paradossi del cibo”.

STANNO AVVELENANDO ANCHE LA DIETA MEDITERRANEA – “Ecco, secondo noi dell’Associazione GranoSalus (che unisce produttori di grano duro, soprattutto del Sud Italia, e consumatori) – si legge sempre nella lettera a Mattarella – il paradosso è un altro. Se ci permette, Le illustriamo perché. Il Sud Italia, con Puglia, Sicilia e Basilicata in testa, è uno dei luoghi più vocati al mondo, grazie alle nostre condizioni climatiche, per la coltivazione del grano duro. Nel Sud Italia è nata la Dieta Mediterranea, ormai universalmente riconosciuta come dieta anti cancro e in grado di contrastare obesità, malattie cardiache e altre problematiche. Nel Sud Italia il sole rende il grano al momento del raccolto perfettamente maturo, asciutto, quindi non in condizioni di sviluppare micotossine nocive per l’alimentazione umana”.

“Invece in altri Paesi – sottolineano i protagonisti di GranoSalus – il grano viene raccolto umido, per cui sviluppa alti livelli di micotossine e inoltre molto spesso per accelerare la maturazione viene trattato con il glifosate (o glifosato), un erbicida recentemente messo al bando in Italia e nell’UE senza che finora l’Italia abbia invocato il principio di precauzione nei confronti del prodotto importato dal Canada che ne contiene quantità considerevoli. La principale di queste micotossine è il DON (deossinivalenolo o vomitossina). Per la maggior parte dei Paesi del mondo i valori massimi del DON nei cereali sono compresi fra 750 e 1000 ng/g, mentre in Italia il limite è fissato a 1750 dal Regolamento CEE n. 1881/2006, che l’Italia ha contribuito ad approvare”.

DON: AI PORCI NO, AGLI UOMINI SI’, COMPRESI I BAMBINI! – “Essendo consentito tale limite molto alto – prosegue la lettera – è permessa la commercializzazione del grano prodotto in Canada dove lo stesso grano non viene utilizzato neanche per uso zootecnico! Infatti superati i 1000 ng/g quel grano non può essere commestibile nemmeno per i suini e deve essere smaltito come rifiuto tossico!”.

A questo punto la lettera denuncia i danni che i cibi avvelenati dall’ alta presenza di micotossine possono provocare ai bambini:

“Sempre con riguardo a tale limite – si legge infatti nella lettera – si consideri che rientrare nella fascia massima consentita è particolarmente dannoso per i bambini, per i quali la dose giornaliera tollerabile è ovviamente in proporzione ancora più alta, mentre il limite previsto dall’UE è pari a 200 ng/g. Non facciamoci ingannare dalle pubblicità di paste realizzate da noti pastifici pubblicizzate come ideali per bambini/e, le micotossine contenute sono le stesse, ovvero entro il massimo consentito, che per la pasta consumata dagli adulti è pari a 750 ng/g”.

“Ecco – si legge sempre nella lettera – questo sì è, secondo noi, un vero paradosso! I grandi pastifici replicano che utilizzano in parte grano importato perché le quantità italiane sono insufficienti e perché contengono meno proteine, ovvero meno glutine. Ma è davvero positivo l’uso di grani iperproteici o non è la causa della crescita sempre maggiore di Gluten sensitivity e altre intolleranze alimentari? Il livello proteico alto serve solo ad accelerare i processi produttivi e la resistenza allo stress termico durante l’essiccazione ad alte temperature”.

Insomma l’alto livello proteico nella pasta – cioè l’alta presenza di glutine – serve all’industria, che risparmia e aumenta i propri utili: ma lo fa sulla pelle dei consumatori!

“Proviamo ad assaggiare la pasta realizzata dai pochi marchi che usano solo grano italiano, spesso con procedimenti di produzione ed essiccazione accurati e di tradizione! La differenza il palato la riconosce immediatamente e la digestione ne giova”, si precisa nella lettera a Mattarella.

Abbiamo le condizioni per produrre pasta di qualità, non dannosa per la salute umana? La risposta è sì:

“L’Italia – sottolineano i protagonisti di GranoSalus – dispone di superfici che possono soddisfare il fabbisogno del nostro Paese”.

I 600 MILA ETTARI DI SEMINATIVI ABBANDONATI NEL SUD – Il discorso si sposta, così, sui 600 mila ettari di seminativi del Mezzogiorno d’Italia che gli agricoltori del Sud sono stati costretti ad abbandonare a causa delle politiche sbagliate dell’Unione Europea. Oggi questi 600 mila ettari di seminativi del Meridione d’Italia si possono mettere a coltura puntando proprio sul grano duro per “aumentare notevolmente il nostro grado di auto-approvvigionamento”.

Tutto risolto, allora? Niente affatto! Il perché lo spiegano sempre i protagonisti di GranoSalus:

“Gli agricoltori italiani sono sovvenzionati dall’UE per non coltivare i terreni: con la nuova Pac (Politica agraria comunitaria) non si può seminare a grano più del 75% della superficie aziendale e si parla di reintrodurre il Set aside, ovvero premiare l’abbandono dei terreni. Ecco, questo è un altro vero paradosso!”.

“I paradossi sono ancora tanti – leggiamo sempre nella lettera di GranoSalus al presidente Mattarella -. Il prezzo attuale del grano duro italiano è ben al di sotto di quello necessario a coprire i costi di produzione, mentre quello di semola e pasta resta invariato. Sa che 40 anni fa bastava un chilo di grano per acquistare un caffè al bar? Adesso ne occorrono 5 chili. Non è possibile che il grano che importiamo dall’estero e quello che esportiamo valga molto di più di quello che produciamo nel Mezzogiorno”.

LA MANIPOLAZIONE DEI PREZZI DEL GRANO PER PENALIZZARE I PRODUTTORI DEL SUD – “A titolo di esempio – prosegue la lettera – nel 2015 ai produttori del Sud Italia il grano duro è stato pagato 31,2 Euro al quintale (rispetto all’annata il prezzo avrebbe potuto essere più alto). Mentre il grano duro estero è stato pagato 35,6 Euro al quintale. Che nel 2015 sia stata messa in piedi una grande truffa ai danni dei produttori di grano duro del Sud Italia lo dimostra il prezzo al quale è stato rivenduto, sul mercato internazionale, il grano duro pugliese, siciliano, lucano e via continuando: a quasi 44 Euro al quintale! E’ palese che i prezzi del grano duro italiano siano manipolati e truccati, come lo stesso Ministro Martina ha avuto modo di evidenziare in una riunione del Mipaaf tenuta il 20 luglio a Roma”.

“La cerealicoltura al Sud Italia – si legge sempre nella lettera – in tal modo, rischia di morire e con essa l’economia di città intere, le giovani generazioni non sono interessate a subentrare in un’attività che, seppure definita primaria, è in difficoltà enormi. Dovremmo riflettere sul danno che riceverà il nostro Paese dal punto di vista anche della tutela del territorio se l’agricoltura morirà. Perché morirà se non siamo in grado di darle il giusto valore, di non comprendere che ci sono delle specificità geografiche, stagionali, culturali che devono essere rispettate”.

“Il libero commercio può essere una cosa utile – si sottolinea nella lettera – ma la globalizzazione dei sapori, dei gusti e dei contaminanti, no. Se l’agricoltura muore (perché noi parliamo del grano duro, ma il problema riguarda tutto il mondo agricolo) che ne sarà del nostro territorio? Cosa diventeranno le nostre terre, abbandonate a se stesse? Il dissesto idrogeologico non deriva in gran parte dal fatto che, un po’ alla volta, l’agricoltura è sempre meno praticata? Pensiamo ai terrazzamenti degli agricoltori che per centenni hanno salvato da frane. Non si tratta di volersi difendere dalla concorrenza estera. La concorrenza ci sta anche bene, purché sia basata sulla qualità. È proprio quello che vogliamo, un mercato concorrenziale basato sulla vera qualità e sull’assenza di contaminanti. Un mercato che permetta al settore primario di sopravvivere”.

BASTA CON IL CIBO CONTAMINATO – Per GranoSalus, tutti i protagonisti della filiera della pasta, gli agricoltori i pastificatori dovrebbero condividere un progetto che sia veramente sostenibile per tutti, ovviamente consumatori compresi. “Perché anche l’incidenza delle patologie e delle intolleranze – si legge nella lettera a Mattarella – non è un aspetto secondario ai fini del bilancio sanitario del Paese: mangiare cibo non contaminato significa ridurre l’incidenza dei farmaci e ridurre il costo della sanità pubblica”.

“In queste settimane – leggiamo sempre nella lettera – il Governo Renzi ha preso molte decisioni riguardo all’agricoltura. Qualcuna, come la richiesta all’UE della tracciabilità della materia prima nella produzione di derivati del grano, va nella direzione giusta. Altre, come il sostegno ai contratti di filiera, vanno decisamente contro gli interessi degli agricoltori e sono solo a favore di grandi mulini e pastifici. Si tratta di contratti capestro, assolutamente non concorrenziali, che vengono spinti attraverso mini incentivi che sono in realtà specchietti per le allodole. Invece non è ancora stato approvato il decreto attuativo della legge sulle Commissioni Uniche Nazionali (CUN) per la previsione dei prezzi, che, secondo la legge, doveva essere emanato già da ottobre 2015”.

C’E’ CHI VUOLE BARARE ANCHE CON LE CUN – “Alle CUN – scrivono sempre i protagonisti di GranoSalus – deve essere affidato il compito di formulare indicazioni di prezzi sulla base di indici sintetici oggettivi sui fondamentali di mercato (import, export, produzione, andamento dei consumi, livelli delle scorte, prezzi internazionali) al fine di rendere più chiaro il meccanismo di definizione dei prezzi alla produzione, introducendo un maggiore grado di concorrenzialità nelle contrattazioni e un ancoraggio ad indicatori di mercato che devono essere tempestivi (vista l’esperienza delle CUN maiali e conigli dove la mancanza di dati aggiornati in tempo reale penalizza gli agricoltori e avvantaggia gli industriali)”.

“L’obiettivo è di eliminare la divaricazione tra prezzo all’origine, prezzi all’ingrosso e prezzi al consumo – si legge sempre nella lettera – dando vita ad una contrattazione reale sulla previsione del valore economico dei prodotti. Le CUN dunque sarebbero l’unico strumento affinché i prezzi siano stabiliti senza speculazioni ed in modo concorrenziale, tenendo conto anche della griglia di qualità tossicologica su cui il Governo ha preso impegni nei confronti del Parlamento attraverso una risoluzione approvata il 28 settembre in Commissione Agricoltura (risoluzione L’Abbate C7-01045). Auspichiamo che nel futuro questi temi possano entrare nell’Agenda del nuovo Governo, affinché si possa realmente parlare di corretto utilizzo delle risorse naturali, diete sostenibili, impatto ambientale della produzione agricola, nel rispetto della salute dei consumatori e della tutela del settore primario. Nel salutarLa – conclude la lettera – le auguriamo buon lavoro per svolgere l’importante incarico che l’attende”.

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Ecco la risposta del Presidente della Repubblica pervenuta alla ns associazione in data 20 Gennaio 2017:

……(omissis)….

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto la lettera con la quale ha posto alla sua attenzione il momento di grande difficoltà e di incertezza che sta attraversando il comparto cerealicolo nelle regioni del sud Italia.

Al riguardo si informa di aver provveduto, su incarico del Capo dello Stato, a trasmettere la Sua segnalazione, per le valutazioni e gli eventuali interventi di competenza, al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

……(omissis)….

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