Grano, interrogazione in Commissione di Vaccari ed altri (Pd)

VACCARI, PAGANO, CURTI, ROSSI, MARINO, FORATTINI e LACARRA- Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. – Premesso che:

l’Italia è il primo produttore di grano duro in Europa con circa 4 milioni di tonnellate all’anno che provengono da 200 mila aziende agricole che investono su 1,2 milioni di ettari;

il prezzo del grano duro fino – secondo la rilevazione dell’ufficio studi di Borsa Merci Telematica Italiana di maggio 2023 – ha di fatto chiuso l’annata su un valore medio di 340 euro alla tonnellata, più basso di quasi il 40 per cento rispetto ad un anno fa. Il crollo dei prezzi del grano duro è intervenuto proprio mentre sono saliti i costi di carburanti e mezzi tecnici per gli agricoltori;

il prezzo del cereale simbolo del made in Italy lo determinano i grani esteri prodotti con standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi. La borsa merci di Foggia ha riaperto, dopo quattro settimane di chiusura estiva, con un calo di 60 euro a tonnellata rispetto alla seduta del 2 agosto 2023, senza che ci siano stati scambi adeguati in tal senso e in controtendenza rispetto al mercato internazionale;

l’inspiegabile crollo delle quotazioni del grano duro in Italia preoccupa dinnanzi alle elevate quotazioni internazionali (USA 446 euro a tonnellata e Canada 524-527) e al deficit produttivo mondiale;

in questo scenario, con i prezzi americani in crescita, a preoccupare gli operatori del mercato è l’inattesa esportazione di grano dalla Turchia a prezzi «da saldo», prezzi dietro cui si nasconderebbe un comportamento sleale, che giustificherebbe l’intervento immediato delle autorità italiane ed europee. Una concorrenza sleale tesa a destabilizzare il mercato italiano, anche per ragioni legate al conflitto russo-ucraino e all’embargo;

in diverse regioni italiane, e tra queste la regione Marche, le produzioni in calo rispetto al 2022, il forte aumento dei costi di produzione e le oscillazioni delle quotazioni del grano duro, preoccupano i produttori che rischiano di perdere significativi margini di profitto;

l’import di grano duro dai mercati internazionali non può mortificare la produzione nazionale. Serve attenzione e trasparenza per i produttori ed i consumatori, maggiori controlli sull’etichettatura per sostenere e promuovere la pasta prodotta con grano italiano, l’istituzione della Commissione unica nazionale del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l’avvio immediato del registro telematico dei cereali meglio noto come «Granaio Italia» –:

quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano assumere al fine di avviare l’istituzione della Commissione unica nazionale del grano duro e il registro telematico dei cereali, di potenziare i contratti di filiera tra agricoltori e industria per promuovere la pasta con grano italiano e implementare un sistema di tracciabilità basato su tecnologie blockchain;

se non ritengano di richiedere urgentemente un’indagine anti dumping alla Commissione europea per verificare se i prezzi e i volumi di grano duro importati dalla Turchia siano in contrasto con le regole dell’unione doganale e se gli sbarchi di grano nel periodo luglio-agosto 2023 in Puglia siano stati assoggettati alle previste prescrizioni sui dazi.
(5-01328)

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