Crisi grano: Question Time al Senato con Ministro Lollobrigida

Question Time al Senato. Un gruppo di undici senatori di Forza Italia, con a capo Licia Ronzulli, ha preso a cuore la grave situazione di crisi del comparto che, da un lato, mette in ginocchio i produttori nazionali, dall’ altro, pregiudica la salubrità e l’autenticità del nostro Made in Italy.

Dopo l’interrogazione depositata nei giorni scorsi da due senatori di Forza Italia (qui trovate il link), il gruppo ha deciso di ampliare la sua voce e chiedere pubblicamente al Ministro Lollobrigida, nel Question Time, cosa intende fare per difendere concretamente la nostra sovranità alimentare.

La sovranità alimentare significa prendersi cura di questi temi mettendo insieme chi il grano lo produce e chi lo consuma.

Question Time

Oggi alle ore 15,30 su RAI 3 ci saranno varie risposte dei ministri ad alcune interrogazioni parlamentari. Tra queste il Ministro Lollobrigida dovrà dire pubblicamente in Parlamento cosa intende fare per difendere i consumatori italiani e i produttori agricoli, anelli deboli di una catena in cui ad approfittarne sono sempre gli industriali e i commercianti.

Video Question Time Lollobrigida – Sen Zanettin

Gli interroganti hanno suggerito quale strategia concreta occorra intraprendere affinché il Governo italiano, in continuità con le misure adottate dai precedenti governi, dimostri di essere dalla parte dei consumatori e dei produttori, stanchi di subire continui attacchi speculativi.

Ecco il link del testo degli interroganti Question Time

Speculazione senza freni

Non è possibile che la pasta 100 per cento grano italiano costi dai 3 euro in su, mentre il grano 100 per cento italiano sia sceso in meno di 6 mesi da 0,58 a 0,36 euro al chilo; circa 10 volte in meno il prezzo della pasta 100 per cento italiana.

Nonostante la domanda di pasta e semola si mantenga sempre elevata soprattutto sul mercato internazionale, la domanda d’acquisto della materia prima, ossia il grano duro, pur mantenendosi sostenuta, presenta una dinamica che incide negativamente sui prezzi all’origine, i quali, nonostante gli aiuti comunitari non garantiscono il congruo reddito, mettendo così in difficoltà intere regioni del Sud e minacciando il vero Made in Italy.

Già in passato le rilevazioni dell’ISMEA mostravano che i prezzi del “grano duro fino” nazionale erano estremamente variabili tra loro e non sembravano rispondere ad una logica precisa. Ad uno dei tanti tavoli di filiera, con l’allora Ministro Martina, ISMEA affermò che non c’era alcuna relazione tra le distorsioni del mercato italiano e le dinamiche dei prezzi internazionali.

A seguito di questi fenomeni speculativi nell’ultimo decennio è scomparso un campo di grano su cinque, con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati e con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

Dieta Mediterranea a rischio

Il grano genuino ed i suoi derivati sono alla base della nostra Dieta Mediterranea, che si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità.

Che impatto ci sarà sulla Dieta Mediterranea, patrimonio mondiale dell’ Umanità, se la nostra produzione nazionale viene messa a repentaglio da derrate straniere e da commercianti senza scrupoli?

Può definirsi ancora tale se gli alimenti posti alla sua base sono provenienti da aree lontane dal mediterraneo? Il termine dieta trova le sue origini nell’antica Grecia e significa “modo di vivere”. Educazione ad un corretto regime alimentare basato sul consumo di alimenti facilmente reperibili e del luogo di appartenenza.

A seguito di miscele di grano cattivo (importato al di fuori del Mediterraneo) con quello buono (nazionale del Mediterraneo), da alcuni anni, il mercato di questo cereale subisce distorsioni nei prezzi all’origine, ma i veri rischi sono quelli per i consumatori…

I test di Granosalus e le vertenze

Gli effetti di miscele tra grani importati di dubbia qualità e grani nazionali di eccellenza sono stati ampiamente dimostrati in alcuni test che Granosalus ha fatto in passato su paste e semole e che sono stati oggetto di vertenze giudiziarie nei tribunali italiani, tutte risolte positivamente. Abbiamo ricercato quali sono i marcatori dannosi per la salute, anche in piccolissime quantità, che dimostrano la presenza di grani stranieri nelle paste italiane.

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