LE MILLE POSSIBILI SPECULAZIONI SUL GRANO

La produzione di grano duro è in calo, per via della siccità, sia in Italia che in Canada, all’estero si fa incetta di scorte, eppure gli stoccatori provano a dare segnali negativi per innescare reazioni psicologiche. Speculazione? I trasformatori invece sembrerebbero avere tutto l’interesse a tenere i prezzi alti, dato il rincaro che c’è stato sugli scaffali.

Le quotazioni del grano duro buono mercantile del listino di Foggia restano invariate (Min 575- Max 580), mentre a partire dai primi giorni di luglio, la piazza di Altamura ha iniziato a diminuire. Un segnale negativo del tutto ingiustificato rispetto al mercato che proveremo ad analizzare.

Piccoli grandi trucchi del mestiere

Qualche operatore sostiene che la speculazione funzioni così: quando comincia la trebbiatura di solito il prezzo è invariato. Quest’anno i grandi compratori, in particolare i commercianti, hanno interesse a far scendere il prezzo per indurre i produttori a vendere. Questi ultimi spesso non avendo dove immagazzinarlo si trovano in una posizione di svantaggio e lo depositano presso i centri di stoccaggio dei commercianti.

Diversamente, chi possiede propri magazzini, provvede a conservarlo direttamente e ciò consente di evitare la speculazione e spuntare margini più alti nel momento in cui decide di vendere. Il conto deposito, invece, indebolisce questa possibilità.

Quindi se la piazza di Altamura tenta di dare segnali scoraggianti a fronte di un calo delle produzioni che si aggirano intorno al 20% – 30% e con una situazione internazionale in cui tutto il mondo ha interesse a fare scorta di grano, duro o tenero che sia, la dice lunga sulla capacità che ha il mercato italiano di seguire logiche non proprio lineari, né trasparenti.

La Cina ha fatto incetta di grano

Si consideri che la Cina nell’ultimo anno è passata dal detenere un quarto del grano stoccato ad averne quasi la metà, il che fa dire per esempio al presidente della Borsa Merci di Bologna che forse sapevano già da prima quello che sarebbe successo in Ucraina. La speculazione in tal caso è gigantesca.

Un paio di giorni fa invece in alcune borsette pugliesi nonostante si fosse stabilito di mantenere il prezzo invariato, con voto successivo, i commercianti sono riusciti a comprare a meno 20 centesimi dai produttori. Il gioco psicologico sarebbe quello di spaventarli in modo che vendano subito a un prezzo il più basso possibile per evitare di ritrovarsi a dover far fronte a quotazioni ancora più basse.
Poi come è noto noi importiamo circa la metà del grano che trasformiamo e spesso capita che ne venga immesso un bel quantitativo sul mercato proprio quando i produttori italiani trebbiano.

Qui un po’ di dati

Un altro modo è quello di immettere grano a prezzo ribassato per esempio un canadese quotato alla partenza 54 euro al quintale non potrebbe essere venduto in Italia a 59 euro (con soli 5 euro di rincaro andando così sotto costo), ma dovrebbe quotare in Italia almeno 10-11 euro in più. Come possono certe borsette locali tenere la quotazione a 59 euro?

Un altro modo è quello di mantenere basso il prezzo del bio, allineandolo a quello del convenzionale, per disincentivarne la coltivazione. Mentre i prezzi di pane e pasta bio sono notevolmente più elevati.

Cattivi pensieri

A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina diceva una volpe che pare avesse una certa dimestichezza anche con la pasta e il grano. E dire che in questo momento i trasformatori invece sembrerebbero avere tutto l’interesse a tenere i prezzi alti, dato il rincaro che c’è stato sugli scaffali. In tutto questo nessuno sembra tenere conto del fatto che i prezzi che sono veramente schizzati impattando in modo pesante sui produttori sono quello di fertilizzanti e carburanti.

Solo una CUN non più sperimentale che vada a sostituire le borse merci (e le borsette private) potrebbe governare un mercato così soggetto ai venti delle speculazioni e delle crisi internazionali.

Un commento

  1. Quello che però da’ ulteriormente fastidio è quello di vedere scaffali di pasta che erano stati presi in carico mesi fa ad un prezzo ben più basso di quello attuale (e non venivano venduti e tornavano nel deposito) ed ora rimessi sul bancone ad un +20% come se fosse una nuova fornitura, prodotti con il prezzo del farina aumentato..
    Quindi la speculazione avviene anche a livello della GDO, non diversamente dell’aumento in tempo reale dei prezzi della benzina alla pompa ma sempre un ritardo nel diminuirli….

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