Tempi duri per il grano italiano. Oltre a speculazioni e caro prezzi, dal prossimo anno non esisterà più l’obbligo di etichettatura di origine sulla pasta e su altri prodotti. Ma Granosalus non se ne sta con le mani in mano: leggi le novità.
Una brutta notizia per i consumatori italiani. Dal 1° gennaio 2022 le norme dell’UE cambiano. Non sarà più obbligatorio indicare in etichetta l’origine del grano usato per produrre la pasta.
In questo modo si rischia che i consumatori non capiscano con facilità se la pasta è al cento per cento italiana. L’abolizione dell’obbligo riguarderà anche riso, passata di pomodoro, latte UHT e altri prodotti.
L’interrogazione al Senato
A tal proposito il senatore Saverio De Bonis ha presentato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli.
L’obbligo dell’etichettatura italiana era stato stabilito nel 2018 e poi prorogato fino alla fine del 2021, quando entrerà in vigore il Regolamento (UE) 2018/775 sull’origine dell’ingrediente primario. L’unico caso in cui è previsto l’obbligo di indicare l’origine del grano è quando questa è diversa da ciò che si evince dalla confezione.
Rafforzare la produzione nazionale
Questo allentamento sembra paradossale, visto che la misura ha portato gli acquisti di pasta con il 100% di grano italiano a crescere quasi 2 volte e mezzo, spingendo i vari pastai a promuovere le linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente italiano.
Questa brutta novità si unisce alle fibrillazioni che sta vivendo il mercato a livello internazionale, con rialzi dei prezzi e movimenti speculativi di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi.
È incredibile, insomma, che un paese come l’Italia, e in particolare il Sud, naturalmente vocato a produrre grano salubre e di qualità senza bisogno di pesticidi e contaminanti, sia tanto penalizzato dal mercato e dalle norme comunitarie.
Ecco perché il Governo farebbe bene a dire chiaramente cosa intende fare per tutelare i produttori di grano italiani e per incentivare la produzione nazionale. Quest’ultima cosa espressamente raccomandata, del resto, anche nel Piano cerealicolo nazionale. Rischiamo di rimanere nel circolo vizioso delle importazioni dall’estero, anche da paesi come il Canada, dove il grano viene fatto crescere a forza di glifosato.
Il marchio Granosalus
Per Granosalus il sistema di etichettatura e di certificazione è uno strumento prezioso per garantire che sulle nostre tavole arrivino prodotti salubri e di qualità. E qualche mese fa abbiamo finalmente ottenuto dall’Unione europea il via libera al nostro marchio di certificazione di qualità. Stiamo ora procedendo alla definizione del disciplinare e dei requisiti di adesione.
Il bollino Granosalus sarà sinonimo di grano sano, made in Sud, senza contaminanti né glifosato. Il marchio potrà essere usato in etichetta sulle farine ma anche sui prodotti finiti come pasta, pane, biscotti ecc. In questo modo i consumatori avranno una bussola in più per orientarsi nelle loro scelte di acquisto.