Coldiretti viene definita la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Nel tempo ha esteso la propria rappresentanza dalle aziende agricole alle cooperative. In forte ritardo nella difesa del prodotto nazionale, si è accorta che bisognava arrivare ai consumatori cioè al mercato. Spesso esercita la sua influenza sulle politiche dei governi italiani in modo sbagliato. La prima e la più importante tappa, di un percorso di inchieste, è il caso AGEA, un’Agenzia governativa che eroga oltre 6 miliardi di euro di aiuti comunitari, il cui direttore è in conflitto d’interessi. Il Senato interroga, la Camera tace e la scatoletta di tonno resta aperta a metà.
Gabriele Papa Pagliardini, in data 28 ottobre 2019, assume il ruolo di direttore Agea e successivamente, diventa azionista il 3 dicembre 2019 di Agrirevi Spa, una società di revisione e certificazione di bilanci, il cui presidente è Raffaele Grandolini, consigliere delegato del CAA Coldiretti (Centro Assistenza Agricola).
Alla luce di ciò possiamo affermare un collegamento indiretto riconducibile a Coldiretti.
Come può il direttore di un’agenzia pubblica, preposta dal Ministero dell’ Agricoltura all’erogazione dei fondi comunitari e alla vigilanza e controllo, essere socio di chi ne beneficia? Chi controlla il controllore?
Che fine ha fatto il rispetto dei suoi obblighi di imparzialità e trasparenza? Non siamo di fronte ad un gigantesco conflitto d’interessi di cui pochi si sono indignati?
Nell’ ultima interrogazione parlamentare sottoscritta da ben 14 Senatori della Repubblica italiana è come se si fosse arrivati all’ultima pagina di un libro giallo quando ne scopri l’assassino.
C’è da chiedersi: i Senatori hanno preso una cantonata o quello che dicono è vero?
Se avessero preso una cantonata ci sarebbero state reazioni piccate e immediate a difesa dell’ onestà intellettuale del Direttore Papa Pagliardini e a difesa dell’agire di Coldiretti.
Ma nulla di tutto questo è successo, quindi, le carte in possesso dei Senatori sono valide e idonee a dimostrare quanto affermato nell’ interrogazione.
Sulla regolarità di tutta questa vicenda, ovviamente, saranno altri a doversi pronunciare.
L’ unica reazione politico-istituzionale al momento è quella di Gallinella, che mercoledì prossimo, ha indetto di concerto con le solite sigle, un’ Audizione informale sulla Convenzione CAA.
Strano che la massima espressione del M5S in Commissione Agricoltura del Parlamento non abbia fatto alcun commento sul conflitto d’interessi.
Per quale ragione?
Lui non è quello che diceva APRIREMO IL PARLAMENTO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO?
Forse non è ancora arrivato a studiare quel capitolo?
Dopo l’ iniziale e legittima protesta dei liberi professionisti, sull’espulsione dai CAA, in cui si minacciava addirittura l’ipotesi di abuso d’ufficio, è calato il sipario a seguito della concessione di firmare con riserva la Convenzione con Agea per non pregiudicare i diritti dei professionisti.
E’ assordante il silenzio che permane nonostante l’azione di 14 senatori di vari schieramenti.
La notizia dell’interrogazione è stata ripresa da quattro Agenzie, ma tra le testate nazionali solo Italia Oggi ha dedicato sinora uno spazio alla vicenda.
Nel monopolio dell’informazione non ci aspettiamo nulla nemmeno dalla stampa specializzata di settore.
I periodici Informatore Agrario e Terra e Vita sono più intenti a rilanciare notizie a favore di Coldiretti e non contro. Nel migliore dei casi troveremo qualche riga su qualche blog indipendente.
Purtroppo, in Italia, come attestano tutte le graduatorie a livello mondiale, non siamo messi molto bene sulla libertà di stampa.
Ma il vero problema resta Coldiretti….
Che Papa Pagliardini abbia sbagliato è fuor di dubbio, ma ben più grave è la situazione di chi lo ha indotto a sbagliare e ritiene che: “lavorare e avere un approccio costruttivo con la Pubblica Amministrazione significa agire responsabilmente nell’interesse delle imprese agricole rappresentate”.
Ma di quali imprese agricole parliamo?
Di quelle associate a Coldiretti?
Di quale azione responsabile parliamo?
Della strumentalizzazione degli enti pubblici nell’ erogazione dei fondi comunitari? O della lotta alle speculazioni?
L’agricoltura italiana è al COLLASSO TOTALE soprattutto a causa di questo sistema viziato dove per qualche voto promesso molti sono disposti a vendere l’anima al diavolo.
A pagarne le conseguenze non sono solo le aziende agricole, ma soprattutto i consumatori.
Ogni volta che accadono questi episodi incresciosi, i danni irreversibili si scaricano sui consumatori costretti a mangiare cibi di dubbia provenienza e qualità, contrariamente a quanto affermano certe pubblicità ingannevoli.
A causa di un effetto restrittivo, dovuto a vari cortocircuiti nella gestione delle risorse pubbliche, si produce come effetto una riduzione dell’offerta nazionale che costringe le industrie ad importare materie prime straniere.
La gravità della situazione è tutta qui. Ormai in Italia ci sono persone e Associazioni che si sentono la legge, come il Re Sole. E questo non va bene. Specie se la politica, tutta, si fa blandire in ogni occasione.
Per fortuna in parlamento resiste la DEMOCRAZIA e la coerenza di qualche grillino.