I test del Salvagente confermano ancora una volta presenza di contaminanti nelle paste in vendita nei supermercati. Ritardi da parte del Governo nel dare seguito agli impegni assunti in Senato.
I nuovi test, effettuati lodevolmente dal Salvagente, non fanno che confermare ciò che andiamo dicendo da tempo in tutte le sedi istituzionali e non.
Le paste italiane continuano a presentare residui di agenti contaminanti che sono potenzialmente nocivi per la salute. Lo avevamo dimostrato anche noi con altri test.
Sul banco degli imputati compare ancora una volta il glifosato, ma non è l’unico. Sono state, infatti, riscontrate anche tracce di Deossinivalenolo (Don). Da questi dati emergono due cose, entrambe molto gravi.
Primo, che nonostante i proclami sull’“italianità” della pasta, si continuano ad usare grani esteri, di provenienza prevalentemente canadese, coltivati con norme molto meno stringenti delle nostre e che ammettono l’uso di contaminanti come il glifosato.
Basta andare al porto di Bari per scoprirlo. Nei giorni scorsi sono arrivate due navi dal Canada, tramite una discutibile triangolazione con Gibilterra, cariche di grani presumibilmente canadesi. Sono merci destinate a un’unica azienda pugliese, senza controlli analitici.
I controlli, cui pure le autorità italiane sono tenute, continuano a fare acqua da tutte le parti e quelli documentali non sono sufficienti!
E qui arriviamo al secondo punto: tutto questo ci dimostra purtroppo che il governo non sta rispettando gli impegni che è tenuto a rispettare in base alla mozione approvata a luglio e sottoscritta dal’ Aula del Senato.
Il governo si era impegnato in Senato a dare seguito all’atto di sindacato ispettivo che prevedeva di:
i) sospendere il rinnovo della sostanza attiva glifosato per cinque anni e ad assumere ogni iniziativa in sede europea per rivedere le decisioni in merito all’uso di questo erbicida;
ii) stabilire che i grani esteri fossero assoggettati al principio di precauzione comunitario;
iii) emanare una circolare che vietasse la presenza di glifosato in tutte le stive di grano importato anche se già sdoganato in altri porti europei (come nel caso delle due navi nel porto di Bari che ho appena citato) e predisporre conseguenti misure di controllo e monitoraggio;
iv) promuovere interventi normativi per vietare la presenza di agenti contaminanti negli alimenti.
I test e le navi ormeggiate tranquillamente nei nostri porti dimostrano che nulla di tutto questo è stato fatto. E su questo continueremo a dare battaglia.
Apprendiamo con stupore le dichiarazioni della Coldiretti, che risultano in linea con le nostre secolari battaglie e ci auspichiamo che diano seguito a quanto detto “al fine di contrastare le invasioni di grano duro“, con azioni concrete che non si esauriscano in un comunicato stampa.
ci congratuliamo per il coraggio di afrontare questo instancabile lavoro.
grazie in nome dell’italianità in svizzera
Best of pasta Swiss
Cav. Giuseppe Farinato