Grano: Coldiretti sempre pronta a prendersi meriti che non ha

La volete sapere l’ultima sul grano? Se la Barilla, oggi, dice basta al grano duro canadese il merito è della Coldiretti! Sembra incredibile, eppure questa organizzazione agricola non perde occasione per intestarsi meriti che non ha!

Insomma la battaglia per un grano duro ‘pulito’, senza glifofato e senza micotossine, non l’hanno combattuta GranoSalus e I Nuovi Vespri: i ‘meriti’ sono della Coldiretti!

Sì, avete letto bene: GranoSalus e I Nuovi Vespri hanno pubblicato i risultati delle analisi sulla pasta industriale italiana, si sono beccati le querele dalle multinazionali della pasta con annessi e connessi. Siamo finiti tre volte davanti al Tribunale di Roma e Trani. Per tre volte i Tribunali ci hanno dato ragione  e, adesso, arriva la Coldiretti e si prende i ‘meriti’ di una battaglia culturale ed economica che GranoSalus e I Nuovi Vespri hanno combattuto a proprio rischio e pericolo.

Vero è che la rete, oggi, fa giustizia su chi prova a cambiare le carte in tavola: oggi, infatti, è possibile rintracciare gli articoli scritti negli anni passati. Vero è che certi nostri articoli – ancora oggi letti – hanno raggiunto milioni di lettori.

Ma è comunque incredibile leggere certe cose!

Nei giorni scorsi ilpuntocoldiretti.it ha scritto il seguente articolo:

“Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro in Italia dove è vietato l’uso del glifosato in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi”.

Parole pronunciate dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, dopo che i ‘capi’ della Barilla hanno annunciato che non utilizzeranno più grano duro proveniente dal Canada.

“L’annuncio – leggiamo sempre nell’articolo – segue la guerra del grano lanciata da Coldiretti contro le importazioni di frumento straniero, con iniziative dalle piazze ai porti delle principali città sostenute dai cittadini consumatori. Gli agricoltori della Coldiretti avevano denunciato i rischi connessi agli arrivi di prodotto estero per l’economia nazionale ma anche per la salute, a partire proprio dal grano canadese trattato con il glifosato, accusato di essere cancerogeno e per questo vietato in Italia”.

Meno male che ci sono i lettori di questo blog! Ci chiediamo e chiediamo: dov’erano gli amici della Coldiretti quando GranoSalus e I Nuovi Vespri, in totale solitudine, hanno cominciato la battaglia in difesa del grano duro del Sud Italia, contro le multinazionali della pasta?

Noi ci siamo presi le denunce delle multinazionali della pasta e, adesso, la Coldiretti si prende i meriti?

Nei porti della Puglia, a manifestare contro l’arrivo delle navi cariche di grano duro estero, c’erano gli iscritti all’associazione GranoSalus! A scrivere gli articoli era questo blog. Parlano i fatti.

A raccontare delle navi cariche di grano duro che arrivano nel Porto di Bari, Manfredonia e Pozzallo siamo stati e siamo ancora noi.

“Le importazioni di grano duro dal Canada – leggiamo sempre nell’articolo della Coldiretti – erano crollate già nel 2017 del 39,5% in valore per un quantitativo comunque estremamente rilevate di 720 milioni di chili secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat. A pesare l’entrata in vigore in Italia del decreto con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato”.

Ma cosa scrivete, amici della Coldiretti? Noi l’abbiamo cercato, ma  non abbiamo trovato un solo pacco di pasta con l’indicazione della provenienza del grano impiegato.

In una cosa gli amici della Coldiretti hanno ragione: nel 2017 le importazioni di grano duro dal Canada in Italia sono crollate di quasi il 40%. Ma si dimenticano di precisare che sono crollate dopo che, nell’ottobre del 2016,  GranoSalus e I Nuovi Vespri hanno pubblicato le foto del grano duro canadese che viene raccolto con la neve (QUI LA FOTO STORICA CON IL NOSTRO ARTICOLO DELL’8 OTTOBRE 2016: LA RETE NON MENTE!).

“Ora da Barilla – leggiamo sempre nell’articolo della Coldiretti – fanno sapere di aver investito 240 milioni in progetti che coinvolgono 5000 imprese agricole italiane che coltivano una superficie di circa 65 mila ettari con un incremento del 40% dei volumi di grano duro italiano nei prossimi tre anni”.

Ma è la stessa Barilla che ha citato in giudizio GranoSalus e I Nuovi Vespri perché avevamo scritto cose inesatte? Ma guarda un po’ che combinazione!

A questo punto gli amici della Coldiretti si lanciano pure sui grani antichi, parlando di un “cambiamento che ha portato al prepotente ritorno dei grani nazionali antichi come il Senatore Cappelli e alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, da Ghigi a Valle del grano, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, da FdAI firmato dagli agricoltori italiani fino a ‘Voiello’, che fa capo proprio al Gruppo Barilla, senza dimenticare molte linee della grande distribuzione”.

Gli amici della Coldiretti hanno effettuato le analisi su questi prodotti o si fidano? Altrimenti l’unico premio che meritano è un’ananas…Finte battaglie, finto premio!

 

2 comments

    1. Ma cosa dobbiamo fare per salvarci da questi attentati alla nostra salute? la Coldiretti da che parte sta?forse le Multinazionali alimentatari danno mazzette alla Coldiretti se acconsentono (anche il silenzio è acconsentire) ciò avvenga? Perchè la Coldiretti,dopo la lotta e vittoria (in tribunale di Grano Salus) si accredita dei meriti che non ha? Risposta: Salvare la faccia. Adesso si dia da fare per mettere in evidenza le Marche meno pubblicizzate che invece usano LE BUONE FARINE ITALIANE prodotte in climi secchi del Sud Italia e non quelle Canadesi coltivate nei climi umidi e pieni di microtossine.

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