Oggi a Foggia un commissario della Canadian Grain Commission, ospite presso la Camera di Commercio durante il Seminario sulla qualità dei raccolti 2017 in Canada, ha ribadito chiaramente l’ insostituibilità dell’ uso del glifosato in pre raccolta nei grani canadesi. La molecola, da noi vietata, nel Canada migliorerebbe addirittura la qualità dei terreni. Un paradosso! Nessun accenno invece agli effetti per la salute dell’ uomo. Ma dalla platea molta indifferenza e parecchie critiche proprio dalla base dei mugnai. L’evento è stato pubblicizzato solo sul sito Italmopa, unico organismo nazionale interessato a presentare la qualità del grano canadese dalle grandi radici, ricco di don e glifosato.
C’è voluta la domanda di un mugnaio di Altamura per aprire il dibattito sul glifosato durante l’ evento annuale che la Camera di Commercio di Foggia ospita per gli esportatori canadesi. Infatti, il Commissario incaricato di illustrare i numeri della produzione e della qualità del grano canadese, aveva completamente tralasciato ogni riferimento al glifosato. Tema delicato e molto attuale in Italia e in Europa.
I canadesi hanno dichiarato che quest’anno il clima siccitoso e il gelo avuto nella fase del raccolto, hanno determinato un calo della produzione quantitativa di grano duro. Le proteine sono state in media il 13,50%. Il peso specifico più basso e i chicchi più piccoli e deteriorati.
Questa volta, a differenza degli altri anni, il clima in Camera di Commercio era molto diverso: pochi operatori commerciali e una platea abbastanza disincantata di fronte alle slides illustrate ai presenti per raccontare le “grandi radici” (great roots) di un grano che i consumatori italiani, grazie all’ attività di Granosalus, non vogliono più sentire.
Ebbene, adesso pure gli industriali, a seguito dell’ inevitabile calo dei consumi, cominciano ad essere preoccupati. Del resto, Granosalus ha trovato residui nelle semole e nelle paste. Ed è stato proprio un noto molino di Altamura, socio Italmopa, a porre la domanda ai canadesi sui residui del glifosato, sulle intenzioni degli agricoltori canadesi verso l’uso di questa molecola e, più in generale, sulle aspettative legate ai divieti vigenti in Europa e al divieto d’uso in Italia.
La risposta dai canadesi non si è fatta attendere.
“Il glifosate è per noi intoccabile, inviolabile e addirittura migliora la qualità del suolo in Canada oltre ad abbattere i costi dei nostri produttori.
Per i canadesi insomma è più importante la”salute” dei terreni che dei consumatori!
Questa è stata la risposta secca alla domanda sul divieto del glifosate in Europa e in Italia. Hanno anche affermato che non cambieranno metodo di coltivazione perché per loro il glifosate non può essere tolto dal mercato; se proprio in Europa dovesse persistere il divieto, coltiveranno altro.
Per i canadesi la qualità tossicologica del grano viene analizzata su moltissimi campioni che gli agricoltori devono fornire, ma DON e residui chimici (glifosato, etc) non fanno parte del controllo della qualità .
I controlli analitici di qualità, secondo i loro parametri, vengono rilasciati a richiesta dei soggetti interessati (importatori) prima del trasporto del grano. Quindi, sin da prima dell’arrivo delle navi nei porti, sono disponibili i test sulla qualità del grano e, quindi, anche le Autorità sanitarie possono ottenerli in largo anticipo con una semplice richiesta.
Da parte di Italmopa, che ha pubblicizzato sul proprio sito il Seminario, la risposta al tema della qualità tossicologica è stata diversa: DIFENDERE L’ECCELLENZA DELLE NOSTRE FARINE È DOVERE DI TUTTI.
Il presidente dell’ associazione, in prima fila nel Seminario, anzichè preoccuparsi delle domande sollevate dalla sua base sul glifosato, ha preferito rifugiarsi in un articolo pubblicato sul sito dei mugnai per perorare la causa dell’ esportatore canadese:
“Chi opera nel settore della trasformazione dei cereali si sarà sicuramente accorto come, da tempo, sia in atto una campagna mediatica contro le importazioni italiane di frumento. Un attacco continuo e sistematico, che si traduce in una sorta di “offensiva” nei confronti della nostra industria molitoria che, per necessità, è costretta ad acquistare materia prima da Paesi comunitari e non…”
Il presidente di Italmopa avrebbe fatto bene a partecipare al Simposio di Matera, al quale alcuni suoi associati di Altamura hanno avuto la possibilità di ascoltare la dottoressa Belpoggi, per capire che la “necessità di importare” grano canadese ricco di glifosato, non può tradursi nell’ obbligo per i consumatori di assumere ogni giorno a tavola un antibiotico, un interferente endocrino o un probabile cancerogeno.
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