Un marchio per il grano duro del Sud per dire basta ai grani esteri contaminati da glifosato e micotossine

Domani, a Matera, questo e altri temi legati al rilancio del grano duro del Mezzogiorno d’Italia verranno affrontati nel corso dei lavori della Commissione Politiche Agricole (CPA), in pratica l’assemblea degli assessori all’Agricoltura delle venti Regioni italiane. Tra i temi da affrontare, la CUN, i controlli alle ‘navi’, il glifosato, la ricerca e i contaminanti in generale. Sarà presentato un documento GranoSalus a tutela dei consumatori e produttori italiani

Un marchio per il grano duro del Sud. E’ questo uno dei temi che verrà affrontato domani, a Matera, dalla Commissione Politiche Agricole, della quale fanno parte gli assessori all’Agricoltura delle venti Regioni italiane.

La riunione fa seguito a un importante simposio internazionale sul grano duro che si è svolto nei giorni scorsi proprio nella ‘Città dei sassi’ (DI TALE CONVEGNO ABBIAMO SCRITTO IN QUESTO ARTICOLO).

Ai lavori della Commissione Politiche Agricole sono stati invitati i vertici di GranoSalus, l’associazione che, insieme con I Nuovi Vespri, sta promuovendo una campagna di analisi sui derivati del grano duro.

Già sono stati resi noti i risultati delle prime analisi.

Le analisi su otto noti marchi di pasta industriale italiana:

GranoSalus: i risultati delle analisi sulla pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia

Le analisi su alcune semole commercializzate nel nostro Paese:

Le analisi sulle semole: ecco quelle che contengono glifosato e quelle che non ne contengono

E le analisi su undici marche di pasta ‘Bio’:

Ecco nove marche di spaghetti ‘Bio’ che non contengono glifosato

L’incontro di domani a Matera è importante perché si proverà ad affrontare i temi ‘caldi’ legati al grano duro: si parlerà dell’importanza delle analisi sui derivati del grano a tutela dei consumatori, della  Commissione Unica Nazionale-CUN (che dovrebbe portare ordine nel mercato del grano, oggi preda di speculazioni internazionali e anche locali), e anche delle ‘famigerate’ navi’ che continuano a scaricare nei porti italiani grano duro estero, spesso contaminato.

Dovrebbe essere anche affrontato il tema di un paese – l’Italia – che dice di aver bandito il glifosato (un diserbante dannoso per la salute umana), ma che non controlla il grano duro che arriva, come già ricordato, con le navi.

Nell’incontro di domani si parlerà, soprattutto, della possibilità di istituire, in Italia, un Marchio per il grano duro del Sud d’Italia, sul modello di quello istituito negli Stati Uniti d’America il Desert Durum,  che viene coltivato in Arizona e in California.

 

 

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