Dalla Russia grano duro al porto di Manfredonia. Possiamo stare tranquilli sull’assenza di radioattività?

Nave sorpresa a scaricare grano proveniente dal porto russo di Yeysk. La General Cargo sventola il vessillo russo, ma il grano potrebbe essere kazako. E’ partita dalla Russia il 19 settembre alle ore 4:00 ed è arrivata a Manfredonia il 2 ottobre 2017, alle ore 8:30. L’ ombra di zone di coltivazione in cui in passato vi sono stati programmi di sviluppo nucleare, dunque, con probabili rischi di radioattività. Ignoto il destinatario del carico.

Da Manfredonia i camion fanno già la spola per scaricare in tre giorni il grano russo della PETROBULK1 una General Cargo IMO 9643257 MMSI 2733410400 costruita nel 2014, battente bandiera Russia (RU) con una stazza lorda di 5795 ton, summer DWT 8050 ton.

Solo oggi le autorità del porto ci hanno confermato che si tratta di circa 50 mila quintali di grano, di cui però non è dato conoscere la qualità!

Alcune fonti ci riferiscono che potrebbe essere anche grano duro proveniente dal Kazakhstan…data la vicinanza al porto.

Un’ area è comunque nota perché qui si produceva il famoso grano duro Taganrog, un cereale introdotto in Italia  nel 18° secolo, ma è anche famosa perché a ridosso di una più vasta area contaminata.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace – “Nuclear scars: The Lasting Legacies of Chernobyl and Fukushima” – l’inquinamento nucleare dopo il disastro di Chernobyl dilaga in Ucraina e in Russia, proprio in zone ampiamente coltivate a cereali. All’ epoca 150.000 km2 di terreni in Bielorussia, Russia e Ucraina furono contaminati a livelli tali da richiedere evacuazione o restrizioni sull’uso del suolo o sulla produzione alimentare.

Mappa della contaminazione da Cesio 137 di Chernobyl in Europa

 

Il grano proveniente da aree di sviluppo nucleare

Eppure, in queste zone adiacenti alla vasta area contaminata di 150 mila km2, pari alla superficie agricola italiana, coltivano grano che potrebbe essere contaminato oltre che dal Cesio 137  anche da altri contaminanti radioattivi  a seguito di tanti esperimenti nucleari.

Ogni ex repubblica sovietica aveva infatti almeno una struttura o una località coinvolti nello sviluppo nucleare, come mostrano le tabelle qui sotto. Lettonia, Azerbaigian e Moldavia sono stati i paesi meno colpiti, con solo un sito, nessuno dei quali implica una notevole contaminazione. Tuttavia, quattro repubbliche – Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan – hanno almeno una regione di grave contaminazione ad alto livello. Lo stato degli attivi nucleari e dei problemi negli Stati successori sovietici è stato ampiamente discusso negli ultimi anni (e.g., Potter, 1993; Pryde and Bradley, 1994; Donnay et al, 1995; Bradley, 1997).

E quel grano oggi potrebbe essere proprio quello venduto a noi italiani.

Del resto, il triste primato della Russia legato agli esperimenti nucleari è testimoniato da un articolo del 1993 del The New York Times.

Su questo grano non c’è embargo! E neppure i controlli!

Lorenzin batta un colpo…a Manfredonia come a Barletta!

Fonte IAEA: Present and future environmental impact of the Chernobyl accident

Fonte IAEA/NATO: Radioactive contamination in Kazakhstan

Fonte NATO: Monitoring Contamination in Kazakhstan

SOSTENERE LE BATTAGLIE DI GRANOSALUS E’ DOVEROSO, ANCHE CON UN PICCOLO GESTO

 




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