Vietato l’accesso al Parlamento europeo per i lobbisti Monsanto

La Monsanto si era rifiutata di essere audita dal Parlamento europeo, ritenendolo luogo non adatto per un dibattito sulla veridicità scientifica dei “Monsanto Papers”. L’ Antitrust europeo nel frattempo ha aperto una istruttoria sulla fusione con la Bayer

Dopo mesi di silenzio e di voti dubbi nelle varie plenarie di Strasburgo, la Conferenza dei Presidenti (dove si riuniscono i vari leader dei gruppi parlamentari) ha deciso di bandire i lobbisti della Monsanto dal Parlamento europeo.

Era ora! Un segnale forte, molto forte. Dopo che oltre un milione di firme sono state raccolte in tutta Europa per bandire il glifosato dalle tavole dei consumatori.

L’accesso al Parlamento europeo per i dirigenti della Monsanto sarà, dunque, vietato. Il divieto, proposto dal gruppo dei Verdi, sarà notificato dal presidente  Tajani alla multinazionale, in risposta al suo rifiuto di partecipare, l’11 ottobre, a un’audizione congiunta delle commissioni europarlamentari Ambiente e Agricoltura, dove era stata invitata per discutere proprio dei cosiddetti “Monsanto papers”.

Il problema di cui si sarebbe dovuto parlare è lo scandaloso rapporto con cui l’EFSA ha tentato di “ripulire” il celebre pesticida dall’accusa di essere cancerogeno. Ricordiamo che il documento utilizzato per prorogare la sua licenza in Europa, è di fatto un copia/incolla dei paper della stessa Monsanto. La quale, ovviamente, non aveva interesse ad etichettare il glifosato come dannoso per l’uomo.

Di parere opposto lo IARC (Istituto Internazionale per la ricerca sul cancro) che un anno prima ha lanciato l’allarme a livello mondiale essendo il Round up (nome commerciale del glifosato) il più utilizzato in agricoltura su scala internazionale.

Legati alla controversa questione del rinnovo dell’autorizzazione Ue per il Glifosato – l’erbicida totale più venduto al mondo – i “papers” indicano che la valutazione di rischio con cui l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha concluso che il Glifosato non è cancerogeno sarebbe stato in realtà un collage di copia-incolla di un rapporto della stessa Monsanto.

L’ indagine antitrust

La Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita sull’acquisizione del colosso americano Monsanto da parte del gruppo tedesco Bayern, bloccando di fatto l’operazione destinata a creare la più grande impresa al mondo per pesticidi e sementi.

I servizi antitrust della Commissione temono che la concentrazione riduca la concorrenza nei settori dei pesticidi, delle semenze e dei caratteri agronomici. L’entità che emergerebbe dall’acquisizione di Monsanto da parte di Bayern non solo deterrebbe il più grande portafoglio al mondo di pesticidi, ma sarebbe anche l’attore più importante delle sementi.

La Commissione ricorda di essere già intervenuta per preservare la concorrenza in questo settore nelle concentrazioni recenti tra Dow e Dupont e Syngenta e ChemChina, ottenendo impegni da entrambi i gruppi.

«Le sementi e i pesticidi sono essenziali per gli agricoltori e, alla fine, per i consumatori», ha spiegato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager: «Dobbiamo garantire una concorrenza effettiva, in modo da permettere agli agricoltori di avere accesso a prodotti innovativi di migliore qualità e a prezzi competitivi».

Il 31 luglio Bayer e Monsanto avevano presentato impegni per rispondere alle preoccupazioni dell’antitrust europeo, ma non sono bastate per dissipare i dubbi sulla compatibilità dell’operazione con le regole Ue sulle concentrazioni. La Commissione teme che il progetto di acquisizione porti a un calo della concorrenza in diversi mercati, con un aumento dei prezzi, una riduzione della qualità e della scelta, e un impatto negativo sull’innovazione.

La Commissione ora ha fino al 8 gennaio 2018 per prendere una decisione e sta cooperando con altre autorità della concorrenza, in particolare il ministero della giustizia americano e i servizi antitrust di Australia, Brasile, Canada e Sud Africa.

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