La Commissione prezzi di Foggia non raggiunge il numero legale, un’assenza contraria ai doveri di correttezza professionale dei membri, mentre le quotazioni del grano duro sono in rialzo. Lo confermano sia gli acquisti di Divella, con i famosi contratti di filiera a 32 euro/qle, che l’ arrivo di navi estere a Ferragosto con prezzi di circa 35-40 euro/qle. Se fosse già operativa la Commissione unica nazionale (CUN), questi prezzi sarebbero stati sicuramente rilevati. Infatti su 11 settimane a partire dal 14 giugno 2017, la commissione ha quotato solo 3 volte! E’ fisiologico o patologico? La speciale responsabilità dei leader di mercato…
Niente di fatto sulla rilevazione del prezzo del grano duro a Foggia. Dopo la pausa estiva, la Commissione oggi si è riunita ma non ha raggiunto il numero legale e l’ Ufficio Prezzi, che si avvale della predetta commissione a scopo consultivo, ha preferito non quotare pur avendo assunto in passato un comportamento diverso in merito. Tale atteggiamento è aggravato dal fatto che da inizio campagna ad oggi la Commissione ha pubblicato il prezzo solo in tre sedute su undici! E’ fisiologico o patologico tutto questo? Se si considera che il grano si consuma anche a Ferragosto vuol dire che l’attività industriale non è ferma. E che i consumi ci sono.
Cosa succede invece se il prezzo è in rialzo e la Camera di Commercio di Foggia non ne prende atto? Intanto il prezzo rimane fermo a quello pre festività, cioè 23,5-24 euro/qle, e i produttori vengono danneggiati da vendite sottocosto. Chi specula su tutto questo?
Da indiscrezioni rilevate in Camera di Commercio erano assenti la maggior parte degli operatori commerciali. Mentre la parte agricola era rappresentata soltanto da Coldiretti e dai fratelli Caione. Per la parte industriale era presente il dr Lacava del gruppo Barilla. Mancavano i rappresentanti di Casillo….(forse impegnati nelle operazioni di sbarco della nave australiana?) e altri commercianti.
Un’assenza tattica o scorrettezza professionale?
Tutti i presenti erano informati degli sbarchi di grano estero del gruppo Casillo, un grano secondo le voci di mercato pagato a prezzi notevolmente superiori (secondo alcune fonti almeno 10-15 euro in più a quintale!) rispetto all’ ultima quotazione di grano nazionale. Ma in Commissione non hanno potuto quotare! Paradossale!
Tale comportamento potrebbe integrare gli estremi di concorrenza sleale, ove contraria ai doveri di correttezza professionale. E non presentarsi in Commissione o non comunicare le fatture di compravendita non ci sembra sia un comportamento leale! Anzi…
Secondo un recente orientamento giurisprudenziale (Cass. n° 1636 del 26.01.2006) la vendita sottocosto costituisce atto di concorrenza sleale “solo se a porla in essere sia un’ impresa che muove da una posizione di dominio e che, in tal modo, frapponga barriere all’ ingresso di altri concorrenti sul mercato o comunque indebitamente abusi di quella sua posizione non avendo alcun interesse a praticare simili prezzi se non, appunto, quello di eliminare i propri concorrenti per poi poter rialzare i prezzi approfittando della situazione di monopolio così venutasi a determinare”.
L’ Ufficio Prezzi, però, sia pur in mancanza del numero legale, avrebbe potuto prendere a riferimento i prezzi degli scambi di grano duro rilevando i dati dell’ Agenzia delle Dogane di Bari dove si sta scaricando una nave australiana di ben 430 mila quintali! Un volume altamente significativo e rappresentativo a far variare i listini del mercato. Del resto, l’ Ufficio prezzi quando il mercato è in calo prende a base della sua istruttoria anche i prezzi del grano canadese! Ne abbiamo prova…
Se non lo ha fatto, lasciando nel vuoto gli operatori agricoli per la seconda volta consecutiva, ha omesso un suo preciso dovere istituzionale. Era infatti già accaduto in occasione di una compravendita di una nave a Manfredonia: l’ Ufficio Prezzi non era informato e procedette con un non quotato, dannoso per gli agricoltori! Mentre i componenti della commissione ne erano al corrente! Ve ne abbiamo parlato in questo articolo:
Il grano duro estero arriva da noi. Il nostro da Foggia viaggia verso Trieste
L’ Ufficio Prezzi ha il dovere di procedere d’ufficio quando nessuno presenta fatture di vendita del grano?
Certo che deve! E se dal porto di Bari non arrivassero risposte perché non chiedere informazioni direttamente al gruppo Casillo? Quanto ha pagato Casillo il grano australiano in corso di scarico al porto di Bari? Casillo, del resto, in qualità di maggior operatore
commerciale di grano duro nazionale ed estero, ha una “speciale responsabilità” secondo le norme della concorrenza . Questo gruppo avrebbe dovuto consentire la partecipazione in commissione ai suoi rappresentanti, portando notizie di tali scambi. Perché non lo ha fatto?
Non riuscire a quotare il grano italiano, a fronte di un mercato in rialzo, significa nascondere la verità e l’evidenza del mercato.
Una manovra speculativa questa finalizzata a mantenere artificialmente bassi i prezzi nel mercato italiano.
Per quanto tempo l’ Italia dovrà sopportare questi abusi di mercato? Cosa fanno le autorità di controllo del mercato?
Perché le organizzazioni di categoria non invocano una rapida attivazione della Commissione unica nazionale (CUN), dopo l’ emanazione del decreto attuativo che consenta una reale previsione dei prezzi? A chi fa comodo questo andazzo di mercato poco trasparente? Non di certo agli ignari produttori e consumatori di materia prima di qualità.