Al porto di Pozzallo è arrivata una nave di grano duro canadese al glifosate proveniente da Montreal. Il carico, secondo fonti attendibili, è pari a 190 mila quintali e la qualità media. Il controllo analitico dell’ Ufficio di Sanità Marittima (Usmaf) non c’è stato, specie sul glifosate, e dal 28 luglio sono iniziate le operazioni di scarico. Del resto, il Ministero della Salute, da cui dipende l’Usmaf, non sembra aver inserito il glifosate nel protocollo dei pesticidi da ricercare, sebbene ne abbia vietato l’uso in pre raccolta in Italia.
Il porto di Pozzallo è da tempo al centro di una sorta di triangolazione di navi cariche di grano duro che arrivano dall’Europa dell’Est, Ucraina e Bielorussia in primis, e da Turchia e Grecia, fino alla Tunisia. A denunciarlo è stato anche Nello Musumeci in una conferenza stampa tenuta a Roma con Giorgia Meloni.
Questa volta però la nave arriva dal Canada. Da quattro giorni centinaia di autotreni si affrettano a scaricare la LAKE ONTARIO una Bulk Carrier IMO 9283538 MMSI 304603000 costruita nel 2004, battente bandiera Antigua Barbuda(AG) con una stazza lorda di 18825 ton, summer DWT 27783 ton.
Il grano canadese di dubbia qualità tossicologica è arrivato a Pozzallo il 27 luglio ed è diretto ai Silos di Castel di Iudica (CT), dove viene praticamente miscelato con grano siciliano per essere poi trasformato in semola.
Fonti certe ci riferiscono che le operazioni di scarico sono iniziate il 28 luglio senza che siano state effettuate le analisi del glifosate da parte dell’ Usmaf di Siracusa. La procedura, infatti, prevede un controllo materiale solo sul 5% delle navi che arrivano.
E’ evidente che ancora una volta il provvedimento di ammissione all’ importazione è stato concesso solo sulla base di un controllo documentale. Ed il fatto che il codice doganale Taric riporti una qualità media non da alcuna certezza sull’ assenza di glifosate, che da noi è vietato per ragioni di precauzione.
Le autorità italiane, dunque, continuano ad ignorare il divieto d’uso del glifosate e la sua probabile cancerogenità. Eppure dalle analisi effettuate dalla nostra associazione su alcuni campioni di grano canadese arrivato in Puglia, il glifosate risulta sempre presente. Noi lo abbiamo già segnalato alle autorità competenti. Anche a quelle di Pozzallo…
Due regolamenti in contrasto tra loro
Se è vero che il regolamento europeo n° 293/ 2013 fissa i limiti, è pur vero che il regolamento successivo n° 1313/ 2016 stabilisce un vero e proprio divieto all’ uso di glifosate in pre raccolta. Tale divieto scaturisce dall’ applicazione (ma solo sulla carta) del principio di precauzione, giacchè il dibattito scientifico sulla cancerogenità di questa molecola è ancora in corso. Ma il Ministero ritiene che le due norme possano convivere, senza neppure spiegarlo attraverso una circolare interpretativa. Mentre lo Stato della California lo ha già bandito.
Il divieto recepito dal Ministero della Salute attraverso un decreto dirigenziale imporrebbe, in un Paese serio, di inserire il glifosate nel protocollo dei pesticidi da ricercare sempre, e non a sondaggio, a tutela della salute dei consumatori. Ciò al fine di evitare di ritrovare il pericoloso erbicida in tutti i derivati del grano, pasta in primis. O nelle urine delle mamme in gravidanza!
Se c’è un divieto allora vuol dire che c’è un rischio di potenziale pericolosità per la salute pubblica…che non può essere accertato solo nel 5% dei casi, ma va investigato sempre, su ogni nave che arriva dal Canada. E se c’è glifosate, sia pur in tracce, ogni nave va respinta!
Noi chiediamo vivamente alla Ministra Lorenzin di sanare questo paradosso. Lorenzin faccia rispettare tale divieto, derogando se necessario alle procedure operative standard…e dia disposizioni agli uffici Usmaf periferici di analizzare sempre il glifosate. Ne và della salute pubblica!