Filiera: il nuovo accordo Barilla low cost piace alla Mongiello

Un prezzo minimo stabilito di 28 euro a quintale e la garanzia della qualità del grano duro italiano, sono i presunti vantaggi che derivano dai nuovi contratti nazionali di coltivazione, per la prima volta triennali (2017-2019), siglati oggi tra Barilla e gli agricoltori pugliesi nello stabilimento di Foggia. Entusiasta del low cost la parlamentare Mongiello, mentre Cargill è più generosa di Barilla e paga il grano duro messicano di qualità 60$ al quintale…

Il gruppo Barilla ha divulgato un comunicato nel quale pubblicizza l’accordo riguardante le varietà di grano Aureo 100% italiano, con cui si produce la pasta Voiello, e il grano Svevo. Grani notoriamente iperproteici e molto costosi da produrre. I nuovi contratti triennali prevedono un sensibile aumento dei volumi: nei prossimi tre anni, infatti, il Gruppo di Parma si è impegnato ad acquistare dagli agricoltori della regione Puglia più di 140mila tonnellate di grano duro.

Che questi accordi siano anticoncorrenziali lo abbiamo ripetuto più volte. Che siano antieconomici e illusori lo scrive un nostro associato:

Io coltivavo per Voiello con la varietà Aureo…ho abbandonato perché non c’era guadagno, le filiere così impostate a 28 euro sono un’illusione per il coltivatore”.

Nel frattempo lo stesso gruppo ha lanciato nuove linee di pasta Bio con un contenuto proteico basso, pari ad 11,5%, dimostrando così  che la pasta di qualità si può produrre senza proteine e senza contratti iperproteici finanziati dal Governo. I consumatori adesso si chiederanno: quale delle due paste è la migliore? La Voiello con il 14,5% di proteine o quella Bio con l’11,5%? A che servono allora tre punti di proteine in più nella pasta? Ad imbrigliare il mercato o ad accelerare i tempi di essiccazione della pasta?   Gli esperti ci ricordano che tenori proteici troppo alti creano problemi di sensibilità al glutine…ma alcuni parlamentari non lo sanno o fanno finta di non saperlo.

Infatti, la replica della parlamentare PD Colomba Mongiello, in nome di una finta tutela della salute, va proprio in questa direzione: “Costruire filiere cerealicole territoriali è la pietra angolare del piano strutturato da Parlamento e Governo per garantire la valorizzazione del grano italiano e la tutela della salute dei consumatori“.

“E’ un’ottima notizia l’accordo di filiera chiuso a Foggia tra Barilla e i produttori pugliesi – sottolinea l’On Colomba Mongiello – per incrementare la produzione e preservare il prezzo d’acquisto della materia prima dalle fluttuazioni del mercato.
E’ questa la strada maestra per garantire la tracciabilità e la qualità della pasta, a vantaggio di tutti i segmenti della catena produttiva e dei consumatori, e per ottenere le premialità finanziarie previste dal Piano Cerealicolo, a partire dall’assicurazione sul prezzo.
L’accordo concluso a Foggia, capitale italiana del grano duro, conferma che la concorrenza sul prezzo attuata dai produttori stranieri si contrasta puntando su qualità e tracciabilità, oltre che sull’incremento dei controlli sanitari dei grani importati per impedire l’ingresso in Italia di materie prime potenzialmente pericolose per la salute“.

La Mongiello non sa che la concorrenza sul prezzo si contrasta con regole certe: proprio quelle che mancano in Italia! Oltre alla qualità tossicologica dei grani e al tenore proteico, è proprio il prezzo il tallone di achille di ogni tipo di accordo. Un prezzo trasparente in Italia non sembra possibile. Eppure esiste una legge che lo prevede, da ben due anni, ma l’On. Mongiello fa il tifo per la filiera dei prezzi imposti non per la Commissione unica nazionale (Cun). Che sarebbe invece il vero strumento utile nelle mani dei produttori e consumatori e che, grazie ad una corretta griglia di valutazione della qualità tossicologica, consentirebbe un prezzo equo a libero mercato. Cosa ben diversa dal prezzo imposto dalle filiere!

La parlamentare foggiana, che purtroppo non s’intende né di qualità della pasta, né di prezzi del grano, né di regole della concorrenza, non sa che all’ estero il grano di qualità vale almeno il doppio di quanto Barilla paga in Italia.

La Cun, invece, renderebbe più facile il confronto  con i prezzi internazionali perché circolerebbero più informazioni in un sistema, come quello attuale, troppo opaco e in antitesi con i principi di trasparenza sanciti dalle norme. Perché  Barilla e la Mongiello non ci dicono che all’estero il grano di qualità  viene pagato profumatamente?

Da oltre dieci anni, infatti, Cargill aiuta i coltivatori di grano duro messicano a esportare 500.000 tonnellate di cereale ogni anno, con conseguente aumento della redditività di 3 milioni di dollari annui (3milioni : 5oo mila ton= 60$/qle). Apprezzata anche dal governo messicano, questa collaborazione è un modello per i coltivatori del Paese, perché mette in mostra come le collaborazioni reciprocamente vantaggiose e l’uso strategico del libero mercato possano mietere grandi successi e nutrire persone in tutte le parti del mondo.
Mongiello da che parte sta?
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