Grande successo e un bilancio positivo per il dibattito a più voci, che si è tenuto a Foggia, dal quale sono emerse strategie da cui ripartire per riappropriarsi della propria salute e difendere il territorio e sovranità.
Per fare il punto sulla situazione che si è venuta a determinare tra i difensori della Sovranità alimentare e i detrattori di essa si è svolto a Foggia, sabato 25 marzo, presso l’Auditorium Hotel Cicolella in Via XXIV Maggio, il workshop dal titolo “Ripartiamo dalla terra: Agricoltura, territorio, cultura, salute – Made in Italy, tra benessere dei consumatori e concorrenza sleale”, moderato dal giornalista Ernesto Pappalardo, direttore salernoeconomy.it .
Sono intervenuti esperti e ricercatori indipendenti. Insieme hanno provato a mettere in campo strategie “per un ritorno della terra alla base da cui far ripartire la nostra economia” – ha dichiarato l’Eurodeputato M5S Isabella Adinolfi, che ha creduto e voluto fortemente la tavola rotonda in capitanata – “ soprattutto quella legata all’agricoltura del Sud Italia messa in ginocchio in questi ultimi anni come non mai dal commercio di grano contaminato a basso prezzo che penalizza il mercato interno e genera una catena di ripercussioni devastante”.
E se da una parte gli agricoltori rischiano di subire forti danni a causa dei prezzi bassi, dall’altra “la salute di tutti noi “ – ha spiegato il micologo Andrea Dibenedetto tra i fondatori di GranoSalus – “può essere gravemente compromessa dal consumo di prodotti non di qualità contenenti residui chimici, micotossine, ecc… al di fuori dalle norme di legge, o rientranti nei limiti normativi, come per il Don sul grano duro. Che nel Regolamento Europeo n. 1881/2006 è stato stabilito ad un livello di 1750 parti per miliardo, cosa che in Canada, un grano duro che contiene 1000 parti per miliardi di Don non viene dato nemmeno agli animali”. Ma quello che più preoccupa al micologo Dibenedetto, è l’effetto cocktail di questi contaminanti tossici.
Per capirne il beneficio o il danno Giuseppe Cancellaro, medico chirurgo specialista in chirurgia dell’apparato digerente e in endoscopia digestiva, ha illustrato attraverso le slide alcuni meccanismi coinvolti nella formazione delle malattie tumorali. ”Se un consiglio vi posso dare” – ha detto –“ è quello di preservare i prodotti del territorio che nel contempo sono cultura e salute per la popolazione “.
Lo sanno bene gli agricoltori e i consumatori di GranoSalus che si sono visti scippare la Sovranità alimentare e si sono dovuti mettere insieme per poter riappropriarsi del loro diritto. E’ determinato De Bonis quando assicura che non deve sbarcare più nessuna nave di grano tossico: “Possiamo fare aumentare la domanda di grano buono perché abbiamo 600 mila ettari a disposizione, possiamo garantire ai consumatori quali prodotti scegliere e possiamo aiutare lo Stato Italiano a ridurre la spesa sanitaria, vi pare un’operazione da poco conto ”. E presentando i dati statistici forniti dalle Agenzie delle Dogane il presidente di GranoSalus rincalza – “oltre il 77% del grano che viene importato è di media e di bassissima qualità, altro che i maiali, noi siamo trattati peggio dei maiali canadesi”. E’ una battaglia difficile, quella del grano, combattuta da due soli anelli della filiera, i più soggiogati dal sistema globalizzato, i più snobbati dalla stampa. Dopo la pubblicazione delle prime analisi sui derivati del grano per far conoscere ai consumatori quello che c’è dentro le confezioni della pasta prodotta da note aziende industriali che finisce sulle nostre tavole, De Bonis traccia i prossimi passi “dobbiamo cercare abbastanza rapidamente di affrontare quali sono gli aspetti antifrode e antitrust, poi nelle prossime settimane ci occuperemo anche degli aspetti antimafia che gravano su questa vicenda”.
Intanto, il decreto attuativo sulle istituzioni delle CUN, le Commissioni Uniche Nazionali di filiera, ha terminato il suo iter e a giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ad annunciarlo Giuseppe L’Abbate, Deputato M5S – Commissione Agricoltura, una conquista che, che grazie al suo impegno in Parlamento, consentirà la formazione dei prezzi del grano nazionale in maniera più trasparente alla luce, e qui sta la forza, delle caratteristiche tossicologiche del grano locale. “Ora tocca a voi unirvi in un unica associazione molto rappresentativa che garantisca all’interno della CUN almeno un Commissario che vi rappresenti, per riuscire finalmente ad avere una contrattazione che vi dia dignità“ – ha asserito l’On. L’Abbate agli agricoltori presenti.
Al Ministro Martina che a Foggia, appena una settimana fa, ha insistito sulla filiera, “probabilmente per i 30 milioni investiti nel progetto, altrimenti non si spiega” – fa notare De Bonis – “ Perché i contratti di filiera così come sono concepiti, e ce ne sono diversi, fissano dei prezzi minimi e dei prezzi massimi, che sono vietati dalle norme europee della concorrenza, primo aspetto. Inoltre, il fatto che impongono degli standard proteici, risultano costosissimi per l’agricoltore e poco utili alla salute dei consumatori”.
Ci sarà la Commissione agromafie ad aprile a Bari, “ vediamo se riusciamo ad alzare l’attenzione su quello che sta accadendo nei nostri porti – ha dichiarato Rosa Barone Consigliere Regionale M5S – “Proveremo a chiedere un’audizione di GranoSalus, così come è avvenuta per la Basilicata, in Commissione Sanità della Regione Puglia e, contemporaneamente, rivedere il Disciplinare sui Marchi di qualità Puglia, messo in atto dall’allora assessore all’agricoltura sotto il governo Vendola, Dario Stefàno (Gruppo Misto), in quanto non garantisce più alla luce dei fatti, l’origine pugliese dei prodotti che espongono questo marchio”.
Sulla sostenibilità del cibo si è interrogato l’agronomo Roberto Carchia e le sue risposte sulla Sovranità alimentare lasciano spazio a seri dubbi sulle soluzioni affidate ai Trattati. “Già dal 1957 per normalizzare la produzione e far sì che i vari Stati producessero un cibo buono che desse salute e venisse adeguato ai prezzi, in modo che i produttori ne avessero un giusto ritorno, è nata la Comunità europea” – ha spiegato Carchia – “Vorrei capire in che modo viene festeggiato, quest’anno 2017, il 60°compleanno del Trattato di Roma dal momento che in esso era sancito un principio importante cui era basata la politica comunitaria ( art. 39) e che ora è stato violato e tradito”.
Angela Calia
Ecco il VIDEO INTEGRALE DELL’ INCONTRO:
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