Granosalus, l’iniziativa di piccoli cerealicoltori del sud e consumatori italiani, è sempre più sulla cresta dell’onda, onorata com’è dall’attenzione di personaggi sempre più importanti ed autorevoli, tra cui Patrizia Lusi. Scambiare lucciole per lanterne non aiuta la corretta informazione
Dopo le trasmissioni televisive sulle reti nazionali, dopo le lettere e le diffide dei più importanti pastifici scoperti a pastificare con grano estero, arriva la lettera di un importante avvocato, Patrizia Lusi, che non smentisce le analisi GranoSalus.
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Conosciuta ed affermata prima come avvocato che come agricoltore, afferma nell’articolo di discredito a GranoSalus ospitato da Il Fatto Alimentare, che se ne intende di come farsi conoscere e di come darsi una legittimazione in un settore specialistico.
Non se ne intende, parrebbe, di agricoltura.
Infatti, non capisce Lusi che la griglia, che è solo una bozza elaborata un anno fa – prima che il governo approvasse la Risoluzione L’Abbate che introduce questa nuova modalità di valutazione della qualità – e che saremo ben lieti di rendere più stringente, contiene riferimenti ai valori di contaminazione da micotossine del grano e non della pasta, come quelli rilevati dalle analisi di GranoSalus. E i contaminanti si abbassano quando dal grano si arriva alla pasta, ma la Lusi non lo sa.
La Lusi non sa che quella griglia, oltre ad essere una ipotesi eventuale, è incompleta (mancano infatti gli altri contaminanti nelle colonne) ed ha un valore meramente esemplificativo, almeno sino a quando non si inizierà a discutere concretamente.
E questo sarà possibile solo se il decreto attuativo, di cui si aspettava la pubblicazione entro novanta giorni dall’ approvazione della Legge Cun del 2 luglio 2015, sarà finalmente pubblicato dal Ministro Martina.
Una ipotesi, dunque, quella della griglia, subordinata ad un decreto che ancora non c’è, ma la Lusi non lo sa.
Il decreto, una volta pubblicato, consentirà grazie ad una nuova commissione unica nazionale di contrastare anche le speculazioni sui prezzi all’origine, che a Foggia attualmente sono fissati da un cartello mascherato. Ma alla Lusi evidentemente non interessano questi aspetti di violazione delle regole del mercato, altrimenti si sarebbe mobilitata politicamente visto il ritardo del decreto attuativo.
L’ipotesi di griglia, quindi, non premia nessuno dei marchi che abbiamo già bocciato! La Lusi farebbe bene a riferirlo ai suoi consulenti che hanno confuso lucciole per lanterne e che fanno il tifo solo per le filiere della povertà, né per la Cun, nè tanto meno per la griglia di qualità.
L’avvocato Lusi non sa, che 24 euro al quintale è un prezzo di un grano venduto sottocosto che non consente alle aziende agricole che debbano raggiungere i parametri di pseudo qualità pregiati dagli stessi, effettuando tre concimazioni e due trattamenti fungicidi, di chiudere i conti in pari, di pagare i propri dipendenti e di assicurare un reddito dignitoso a chi la terra la lavora per davvero.
Ma neppure sa che, richiesto ai pastifici di estendere a
tutti i cerealicoltori meridionali il tanto decantato contratto di filiera, gli stessi hanno detto no.
Occupandosi di una azienda di servizi alle persone – ASP Zaccagnino – l’avvocato Lusi è perdonata se non sa far tornare i conti di una azienda agricola che non ha mai condotto ma, da avvocato, peraltro deputata ad occuparsi dell’assistenza a minori e soggetti svantaggiati del territorio non può non essere sensibile ai diritti del consumatore, al diritto alla salute, ai diritti dei minori ed ai diritti dei lavoratori della terra.
Eppure il grano costituisce il cespite principale dell’Asp Zaccagnino: se non ci sono utili come si fa a dare assistenza con la fondazione ?
Vorrà chiedere agli affittuari dei terreni dell’ente da Lei presieduto se traggono redditi sufficienti dalla conduzione di aziende cerealicole con il grano pagato 18 o 24 euro che siano.
Forse per la quota di terreni condotti in proprio dalla sua ASP, l’agricoltore Lusi, trattandosi di 900 ettari riesce ad applicare economie di scala tali da far quadrare i conti.
Economie di scala, l’avvocato Lusi lo sapra’, significa tagli dei costi. Poca mano d’opera ed a basso costo. E di tagli drastici deve trattarsi se riesce a far quadrare i conti con una produzione di appena 20mila quintali su 900 ettari di terreno coltivati: una produzione media di 20 quintali ad ettaro o poco più fa saltare in aria qualsiasi azienda agricola in regola con gli oneri sociali.
Ma questo gli agricoltori di GranoSalus non possono saperlo trattandosi di piccoli produttori i più grandi dei quali arrivano ad avere al massimo cento o duecento ettari di proprietà.
La sfida della qualità e della sicurezza alimentare deve essere sostenuta dalla competenza e dalla reale conoscenza del settore non mediata dalle segreterie dei partiti politici (la Lusi è componente della segreteria provinciale del PD) che adottano strategie commerciali, utili agli interessi dell’industria, quali i contratti di filiera che ledono i valori della concorrenza e del mercato ed i diritti al reddito ed alla salubrità alimentare.
Competenze agronomiche, politiche e giuridiche.
Quanto al merito l’avvocato Lusi non lo contesta affatto prendendo atto delle analisi pubblicate da GranoSalus. Non esprime perplessità né sull’effetto cocktail di tanti veleni a piccole dosi, nè sulle soglie tossiche per i bambini, che ben due marchi hanno superato nel Test GranoSalus, e che lo stesso avvocato Lusi dovrebbe tutelare dall’ alto del suo Osservatorio sulle povertà educative e alimentari minorili.
“Gli interventi della Asp Zaccagnino – si legge in un comunicato stampa della Lusi – consistono nell’elargizione dei buoni pasto per i minori delle scuole materne ed elementari pubbliche e private e nei buoni spesa alle famiglie bisognose”.
Alla luce delle nostre preziose informazioni e delle analisi, confidiamo che il presidente Lusi scelga per i bambini almeno delle paste a residuo zero. Al resto ci pensiamo noi…
Grazie Avvocato.