Si è svolto sabato 11 marzo, a Genzano di Lucania, un incontro interregionale tra esperti per parlare di mercato del grano nel Mezzogiorno, di politiche europee, sicurezza alimentare e sanità pubblica. Che rischi corrono i consumatori se mangiano pane, pasta e tutti gli altri derivati del grano se la provenienza di quest’ultimo non è italiana? E i produttori di grano come vengono salvaguardati dall’ Unione europea?
Insieme all’europarlamentare Piernicola Pedicini erano presenti altri esperti tra cui, Ruggiero Francavilla, pediatra e gastroenterologo presso l’Università degli studi di Bari, Alba Capobianco, oncologa presso il CROB di Rionero, Andrea Di Benedetto, agronomo e micologo, Saverio De Bonis, presidente dell’associazione “GranoSalus“, Giuseppe L’Abbate, membro della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, i quali hanno focalizzato l’attenzione sugli effetti causati dall’importazione di grano di scarsa qualità proveniente dall’estero e relativi danni alla salute dei consumatori che non sempre sono immediati.
Emerge, infatti, dagli studi effettuati, che sono elevati i contaminanti tossici dei prodotti di origine cerealicola importati dall’estero, in particolare dal Canada e dall’ Ucraina. Gli effetti sui bambini sono particolarmente accentuati e possono manifestarsi a distanza di anni. “Il bambino – ha detto il gastroenterologo dell’ Università di Bari – è molto più vulnerabile dell’ adulto e non deve assolutamente ricevere contaminanti. Nemmeno le donne in gravidanza dovrebbero assumere cibi contaminati che verrebbero trasmessi al feto“.
Alba Capobianco, oncologa presso il Crob di Rionero (Pz), ha sottolineato che “per la sicurezza alimentare al primo posto esiste la prevenzione“. Ha poi ricordato che “il 30% dell’ incidenza dei tumori può derivare da una cattiva alimentazione e dallo stile di vita, da qui la necessità di una dieta mediterranea sana“.
L’ associazione GranoSalus oltre ad illustrare lo scenario globale del grano, e i flussi di importazione, ha spiegato ai presenti la situazione delle paste in Italia alla luce delle analisi effettuate su otto campioni. Sino a quando le aziende pastaie non pubblicheranno i propri residui, GranoSalus inviterà i consumatori a scegliere i prodotti a zero contaminanti, a prescindere dalle soglie massime stabilite dalla legge.
Resta infatti da indagare l’effetto sinergico che più contaminanti possono esercitare su bambini e adulti. Un effetto cocktail potenzialmente pericoloso di cui bisogna tener conto. Per evitare contaminazioni da Don e Glifosate bisogna scegliere grano italiano, meglio se del mezzogiorno dove le condizioni ideali consentono una maturazione naturale e non artificiale come in Canada.
A tal proposito, il principio di precauzione prevede l’obbligo di non mettere in commercio un prodotto se ci sono dubbi che riguardano la salute dei cittadini. In Canada, invece, tale principio non viene applicato e i prodotti possono essere commercializzati fin quando non viene dimostrato che siano dannosi. Le contestazioni sull’ Accordo di libero scambio CETA riguardano proprio questi aspetti: il Ceta non può annullare il principio di precauzione europeo.
Ecco perché è necessario che siano i consumatori ad essere informati per una sana prevenzione. Granosalus serve a questo e se la prevezione non viene esercitata dalle Autorità pubbliche, potrebbe essere anche la grande distribuzione a farsene carico controllando l’assenza di residui dannosi.
Qui è possibile scaricare un articolo dell’ evento della Gazzetta del Mezzogiorno – Incontro Genzano 14 marzo 2017