Made in Italy: Granosalus non contesta livello contaminanti, ma la presenza

L’associazione GranoSalus comunica che, nello spirito dello Statuto Sociale e delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione ha concluso il primo ciclo di analisi sui contaminanti della pasta secca in commercio con i marchi di alcuni importanti produttori operanti in Italia. Non si contestano i livelli di contaminazione, entro i limiti di legge, ma la presenza stessa di queste sostanze nel cibo.

Le analisi, realizzate presso laboratori certificati nel rispetto di rigide tecniche protocollari, hanno evidenziato la presenza di sostanze dannose per la salute (micotossine, erbicidi e metalli) in misura inferiore ai limiti fissati dalle norme vigenti.

Fanno eccezione i prodotti di due marchi che superano i limiti che la Legge prevede per l’alimentazione dei bambini.

La presenza contemporanea di diversi contaminanti, pur nei limiti stabiliti dalla Legge per ciascuno di essi, costituisce un ulteriore elemento di preoccupazione per l’effetto congiunto che essi potrebbero provocare sull’organismo.

GranoSalus ritiene di assoluta importanza che i consumatori conoscano analiticamente le quantità degli elementi contaminanti contenuti nei prodotti alimentari posti in vendita. Solo così si consente ai consumatori di operare scelte basate su una adeguata conoscenza dei rischi per la salute in cui incorrono.

Tra due “brand” di pasta secca, deve essere possibile scegliere quella che contiene meno contaminanti anche se entrambi i marchi ne contengono quantità compatibili con i limiti stabiliti per Legge.

Non deve sfuggire, per esempio, che per il contaminante “DON” (metabolita del fungo parassita “Fusarium”) le quantità compatibili per l’alimentazione umana relative al grano in Italia sono stabilite in 1750 parti per miliardo mentre per la stessa micotossina, il limite per l’alimentazione dei maiali in Canada è fissato in 1.000 parti per miliardo: orbene un consumatore Italiano avrà ben diritto di scegliere per sé ed i suoi familiari una pasta che non nuoce alla salute dei maiali Canadesi?

Circa le prime divulgazioni dei risultati delle analisi effettuate, GranoSalus conferma di aver operato con la massima prudenza e di conservare le evidenze documentali di quanto affermato e che, pertanto, non teme i minacciati ricorsi alle vie giudiziarie.

Il Glifosate può essere un marcatore?

Granosalus non contesta il livello di Glifosate nella pasta, ma ne contesta la PRESENZA!

Se escludiamo la possibilità che il glifosate sia presente nell’ acqua dell’ impasto, se escludiamo che la contaminazione possa essere crociata ed escludiamo l’ impiego in pre-raccolta nei campi di grano del Sud (sarebbe una follia!), l’ unica ipotesi che potrebbe reggere per escludere la provenienza da grani esteri è l’ impiego di questo erbicida in colture antecedenti il grano.

Nel merito, la scheda tecnica della multinazionale Monsanto, dimostra che la molecola del Glifosate non viene assorbita dalle radici e resta bloccata nel terreno.

Il glifosate rilevato nella pasta, dunque, non può provenire dal suo utilizzo nelle colture precedenti al grano, né dagli agricoltori italiani, come afferma qualcuno, in quanto dalla scheda tecnica, si evince che non esercita alcun effetto nei confronti delle piante per assorbimento radicale e “agisce solo se applicato direttamente all’apparato aereo” dei vegetali che si vogliono combattere.

La presenza di un marker come il glifosate potrebbe aprire, dunque, nuovi scenari per chi afferma di utilizzare solo grano italiano. Che possa eventualmente trattarsi di pubblicità ingannevole o altro tipo di violazione non saremo noi a stabilirlo.

L’attività di informazione e tutela dei consumatori e dei produttori prosegue nella massima serenità e con la consueta determinazione: la salute al primo posto e le speculazioni economiche in danno del diritto fondamentale alla salute di ciascun cittadino all’ultimo!

Lo dicono le analisi: Don, Glifosate e Cadmio presenti negli spaghetti

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