Perché sostenere GranoSalus nel certificare la qualità della pasta

L’Associazione GranoSalus ha bisogno di aiuto per certificare la qualità della pasta e difendersi dagli attacchi delle multinazionali

L’associazione GranoSalus, fondata da produttori di grano duro, persegue diversi obiettivi. Tra questi il controllo su pasta e semole per verificarne gli standard di qualità, a partire dalla materia prima (il grano).

Perché è importante la qualità del grano duro?

Dal grano duro si ottiene la semola, una farina particolare, dal tipico colore giallo, che è l’unico ingrediente necessario, insieme all’acqua, per ottenere la pasta.

Perché è necessario controllare la qualità della pasta?

Perché da molti anni ormai circa il 99% della pasta è prodotta utilizzando semola ottenuta mischiando il sano e buono grano italiano con grano importato, non sempre di ottima qualità sotto il profilo tossicologico.

Con la ratifica del trattato di libero scambio fra Europa e Canada (CETA), sarà ancora più difficile controllare la qualità del grano importato.

Il grano duro è una cultura tipica mediterranea. Il clima mite primaverile e il vento e il sole ardente di fine primavera/inizio estate fanno sì che il grano possa maturare naturalmente.

Il grano duro italiano viene mietuto asciutto, ha il giusto tasso di proteine (glutine), è di ottima qualità nutrizionale. Inoltre non deve viaggiare mesi nelle stive delle navi per arrivare nei mulini italiani.

E invece il grano importato?

Il grano importato proviene per lo più da paesi con clima continentale dove il grano, a causa del freddo e dell’umidità, arriva al momento del raccolto ancora verde. Per permetterne la raccolta, viene disseccato artificialmente con il gliphosate (messo al bando in Italia e nell’UE). Sviluppa malattie da noi non presenti quale la fusariosi. (La fusariosi causa la formazione delle micotossine, tra cui il Deossinivalenolo o vomitossina o DON).

Altre partite di grano provengono da zone del mondo dove il grano viene coltivato su terreni in cui potrebbe essere presente radioattività. Gli agricoltori italiani non sono più bravi, semplicemente hanno dalla loro parte il clima e il territorio!

Perché molti pastifici utilizzano grano importato?

Innanzitutto perché costa meno. La terza categoria canadese è preferita anche perché ha un più alto contenuto di proteine (glutine) che semplifica il processo di lavorazione ed essiccazione. Ma ciò non costituisce un vantaggio per chi consuma la pasta. I tenori di Don del grano canadese di 3°categoria, superano almeno 1000 ppb e vi sono residui di glifosate. Le categorie 1 e 2 costano di più, contengono sino a 500 ppb di Don, ma non vengono importate, se non in minima parte. Le categorie 4° e 5° presentano livelli di Don superiori a 4700 ppb. Non sono commestibili per uso umano, ma rappresentano la maggior parte della produzione canadese 2016!

Dunque, quali dovrebbero essere le caratteristiche della buona pasta?

La buona pasta deve avere un contenuto proteico non molto alto poiché il tasso di glutine alto comporta problematiche intestinali e favorisce le intolleranze. La buona pasta non deve contenere contaminanti. Gliphosate ed altri pesticidi, micotossine come il Don, residui di metalli pesanti ed anche elementi di radioattività dal grano passano nella pasta.

Sugli effetti fortemente negativi di questi contaminanti esiste un’ampissima documentazione. Non si sa ancora molto su quale possa essere l’ effetto additivo e sinergico (c.d. effetto cocktail) di questi contaminanti. Gli studi hanno finora esaminato l’ impatto delle singole molecole e non l’effetto cocktail.

La buona pasta è anche pasta più buona specie se vengono utilizzati anche procedimenti di produzione ed essiccazione accurati, senza ricorrere alle alte temperature che producono altri tipi di problemi.

La buona pasta costa di più?

Non ci sono motivi per cui debba costare di più visto che in questi ultimi anni il prezzo del grano è crollato ma quello della pasta è rimasto invariato. Attualmente il grano italiano di qualità costa 0,20 euro al chilo ed un chilo di pasta costa mediamente 2 euro al chilo! Il grano italiano di qualità costa ai mulini meno del grano estero cattivo. Questo fenomeno distorsivo è un’ombra nascosta sulla trasparenza della formazione del prezzo all’origine.

Come si può riconoscere la buona pasta?

Al momento non è possibile perché sull’etichetta non troviamo informazioni sulla presenza di residui dannosi ma sappiamo solo che i produttori si mantengono sotto le soglie consentite. Però le soglie consentite dall’UE sono altissime (nonostante l’uso del gliphosate sia vietato). Sono soglie economiche e non biologiche! Inoltre sono tarate sul consumo medio europeo che è ben più basso del consumo medio italiano. Gli italiani sono dunque più esposti di tutti gli altri consumatori europei!

Quindi il paradosso è che proprio in Italia, Paese in cui la coltura del grano ha il suo habitat ideale, si consuma maggiormente pasta prodotta con grano importato.

Allora, cosa si può fare?

L’associazione GranoSalus sta facendo analizzare campioni di pasta e semole di diversi marchi e formati (compresi quelli che i grandi marchi generalisti propongono per l’infanzia) per poter indicare cosa scegliere.

Queste analisi però sono costose. E bisogna aumentare il numero di campioni da analizzare. Per farlo c’è bisogno di sostegno da parte di chi la pasta la consuma e desidera consumarla di qualità. Più fondi riusciremo a raccogliere, più pasta potremo esaminare, più informazioni potremo fornire a chi va nei supermercati ad acquistare.

GranoSalus ha bisogno d’aiuto? La sovranita’ alimentare al costo di un caffe…

Da soli non ce la facciamo, sì, abbiamo bisogno del vostro aiuto. Se tutte e tutti voi rinunciaste ad un caffè al bar, a un piccolo extra superfluo, insieme potremmo realizzare un cambiamento di grande portata. Tale cambiamento favorirà chi consuma e chi produce. Un po’ meno quelli che trasformano (le industrie)!

Infatti, quelli che trasformano non amano la nostra attività di informazione ai consumatori che ci consente la vera “sovranità alimentare” e sono pronti a portarci nei tribunali. E nei tribunali si vince se si hanno le risorse per affrontare le spese legali.

A proposito di caffè, sapete che, qualche decennio fa, con un chilo di grano si poteva pagare un caffè al bar? Oggi ce ne vogliono 5 chili! Sostenendo la nostra battaglia sosterrete il vostro diritto ad un consumo sano e consapevole. Al contempo sosterrete il comparto più importante del settore primario in Italia: la cerealicoltura. Ed il piatto nazionale: la pasta.

Una piccolissima donazione, anche di pochi euro, ci consentirà di poter realizzare insieme un grandissimo cambiamento….con la schiena dritta 

Basta un click in alto a destra

8 commenti

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *