Il più grande Silos granario d’Europa si trova a Foggia e fu inaugurato il 4 settembre del 1937, alla presenza del Principe di Piemonte, come si nota dalla foto. Rappresenta ancora oggi, nonostante il suo stato di abbandono, un riferimento storico e culturale, specchio di una identità antica legata in maniera indissolubile all’economia del grano, il famoso “grano salus” di Capitanata! Stretto il legame tra l’edificio e la storia della città di Foggia.
Tant’è vero che in una lettera inviata alla Sopraintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici della Puglia, gli “Amici della Domenica” scrivono:
“Negli anni ’20, la meccanizzazione agraria spostò il cuore della Foggia granaria dal Piano delle Fosse verso nuove zone. Il decennio successivo, con la grande industrializzazione della città, vide nascere i due grandi centri moderni della cartiera e del silos granario; fu nel ’37 che le fosse granarie chiusero definitivamente i loro alvei fecondi, quando si eresse il possente silos, il più grande d’Europa. Nel 1943, l’anno del “martirio dauno”, il cuore meccanico del silos cessò di battere; è da allora che uno dei motivi di orgoglio della città sopravvive in maniera ignobile fra i fumi di scarico, deturpato e svuotato di ogni dignità: un vero esempio di architettura industriale, icona del passato foggiano che rischia seriamente di scomparire.“
Questo edificio, dalla mole imponente (una capienza di 450 mila quintali di stoccaggio!) e dalla particolare linea architettonica, è non solo l’unica testimonianza di quando Foggia era definita “Capitale del Grano”, ma anche uno straordinario esempio di archeologia industriale. Pensate un po’, già nel 1937 vi erano ascensori in grado di spostare i trattori da un piano all’ altro.
Purtroppo interessi fortemente speculativi vorrebbero demolire il Silos per far spazio al partito del mattone, sempre in agguato e alla ricerca di nuova edilizia. Invece sarebbe auspicabile istituire un vincolo a tutela del bene, oppure riconvertirlo come più volte hanno richiesto i cittadini di Foggia.
Ad esempio, l’architetto Mariangela Capozzi ha immaginato di “convertire il manufatto a Museo di arte contemporanea per i paesi del Mediterraneo“. Nelle previsioni di questo bellissimo progetto, l’intera area verrebbe risistemata con la progettazione di un asse verde che dal Piano delle Fosse, attraverso un ponte pedonale, collega il centro della città con la nuova centralità culturale. I magazzini di supporto al silos, gli edifici ad esso adiacenti, potrebbero essere destinati a Museo del Grano e a residenze per artisti.
Il meraviglioso immobile è attualmente di proprietà di una società napoletana a cui è pervenuta per gli effetti del fallimento della precedente Italsemole srl. Lo stato di crisi ha, però, bloccato il progetto di riqualificazione e riconversione dell’ area, un progetto concepito con finalità diverse da quelle immaginate dall’ architetto Capozzi.
Peccato! Ma non è detta l’ultima parola.
Fonte: http://www.foggiatoday.it/economia/lettera-gadd-silos-granario-via-manfredonia.html