Scarica gli atti del convegno: Documento-finale-Convegno-di-Melfi
La responsabilità sociale che hanno i produttori di materie prime salubri del mezzogiorno non può fermarsi in nome di una globalizzazione selvaggia, specie quando il perdurante traffico di grano straniero di dubbia qualità e provenienza continua ad invadere i nostri porti senza alcun controllo.
E se più associazioni avvertono la gravità del fenomeno, mettendo in rete la propria forza, allora siamo sulla giusta strada consapevoli che il problema è serio e rischia di mettere in discussione non solo l’economia di interi territori agricoli, ma la stessa essenza del mangiare italiano e con essa la salute dei cittadini.
Gli italiani hanno diritto-dovere a recuperare quella sovranità alimentare sempre più schiacciata dal profitto di pochi, mentre lo Stato ha il dovere di cedere parte della sua competenza sui controlli, sostenendo l’operato di associazioni che vogliono contribuire al rispetto di una sovranità alimentare, proprio attraverso il consumo di cibi più salubri con controlli più penetranti.
Ed è proprio invocando il principio di sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione che GranoSalus ha deciso di partecipare all’ evento organizzato dai Lions del Vulture, che si terrà a Melfi (Pz) il 4 febbraio per parlare di grano duro locale, base primaria di un cibo sano non contaminato.
Il diritto alla salute, del resto, è un diritto fondamentale dell’individuo non negoziabile e gli agricoltori, prima ancora dei consumatori, devono essere gli artefici di questo cambiamento oltreché vere sentinelle del rispetto di diritti costituzionalmente garantiti.
Chi rinunciasse a questa battaglia per timore o per calcolo personale facendosi adescare in uno scambio commerciale estemporaneo (come l’ultima invenzione dei contratti di filiera proposti unilateralmente, o altri artifici anticoncorrenziali) dimostrerebbe tutti i propri limiti, anche culturali.
La grandezza di un mondo agricolo post moderno, invece, sta proprio nella capacita’ di fare cose utili, ma anche giuste, tese a rivalutare ed arricchire il nostro territorio.
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Ho ascoltato con grande interesse il convegno, complimenti! La mia domanda è: come può un consumatore diventare “consumatore consapevole”? Quali sono le ditte produttrici di pasta che NON utilizzano grano estero? Durante il convegno sono state proiettate solo le etichette di pastifici che utilizzano grano estero? Chi non lo usa? Il consumatore può conoscere questi marchi?
Grazie e buon lavoro
Matilde Calandrelli (docente di Scienze degli alimenti presso l’Istituto Alberghiero di Melfi)
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